Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
1ª edizione - (1998)

Un'esperienza di lettura da "Il piccolo principe" di Antoine de Saint-Exupery

 Quante volte, da bambina, mi ero sentita dire di leggere Il piccolo principe, e io, con quell'ostinazione che caratterizza tutti i bambini mi ero sempre rifiutata. Poi, grazie ad uno spettacolo che lo metteva in scena e che io sarei andata a vedere, mi sono decisa. E in un pomeriggio l'ho letto, tutto d'un fiato, con la voglia di sentire ancora un po' della saggezza semplice e ingenua di un bambino. Niente mi avrebbe distratto da quella lettura, così breve, apparentemente anche così semplice ma che in fondo, potrebbe lanciarmi un salvagente per non affondare in questo mondo, troppo materialista, dove tutto troppo spesso è solo un enorme business. Il libro mi ha fatto riflettere sull'importanza dei rapporti con gli altri che forse troppe volte io stessa generalizzo, non cercando unicità (come tra il piccolo principe e la rosa), non cercando qualcosa di eccezionale e di speciale. Mi sono accorta come anche io potrei essere considerata un numero dalle altre persone, per loro potrei essere come una stella per l'uomo d'affari, forse anche perché la gente non ha il tempo di fermarsi ad osservare attentamente qualcosa o qualcuno. Ieri sera si vedeva dalla mia finestra uno splendido tramonto: il cielo era sereno e rosato e le montagne all'orizzonte si distinguevano nettamente; mi domandavo quante persone avessero come me dato anche solo uno sguardo fugace al cielo... penso davvero poche. Anche perché le persone credono che i tramonti siano malinconici.... del resto lo dice anche il piccolo principe.
Sono fiera della mia ostinazione di bambina che mi ha permesso di leggere il piccolo principe a quindici anni piuttosto che a otto, che mi ha permesso di ricordare che non si è mai troppo grandi per arrossire, per sognare, per guardare un tramonto e per saper vedere con il cuore al di là delle apparenze. Un adulto non può essere eternamente bambino, dovrebbe soltanto ricordarsi una volta ogni tanto, che dentro di lui c'è un ometto dai capelli color del grano che non può e non deve essere dimenticato.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010