Il potere del denaro Con riferimenti tratti dal romanzo "Eugenia Grandet" di Honoré de Balzac
Spesso e purtroppo gli insegnamenti che ci forniscono i libri vengono lasciati in un dimenticatoio e la società si scorda del suo stesso motivo di nascita. Perché esiste una società? Per stare insieme: l'uomo non è un animale solitario capace di vivere senza i suoi simili.
È proprio perché egli ha bisogno di essere amato e di amare a sua volta, che nasce il concetto di società.
"Eugenia Grandet" è un libro che lascia tanta amarezza nel cuore. È un romanzo che fa capire quanto il denaro conti nella storia personale dell'uomo: nei primi trent'anni del 1800 (secolo in cui ha luogo la storia di Eugenia), come oggi. La corruzione dell'uomo è enorme.
L'anima si lascia sopraffare dalla voglia di primeggiare sugli altri. Lo scopo di ciò è raggiungere la felicità personale, anche se a discapito della vita altrui.
"Quel nobile cuore, il quale non batteva che per i sentimenti più teneri, doveva proprio essere sottoposto ai calcoli dell'interesse umano; il denaro doveva comunicare il proprio gelido colore a quella vita celestiale, e ispirare diffidenza verso i sentimenti a una donna che era tutta sentimento".
Il colore freddo del denaro è riuscito a togliere la speranza ad un cuore che era tutto amore ed il suo intento di corruzione è fallito, provocando invece "diffidenza verso i sentimenti ad una donna che era tutta sentimento". Ma Eugenia è rimasta sempre se stessa e non ha smesso di sognare, di vivere.
Il denaro e l'ambizione sociale sono temi profondamente attuali: nella stessa scelta universitaria ci viene richiesto di iscriverci ad una facoltà che mostri già in partenza un'alta prospettiva economica. Non è totalmente sbagliato se si desidera trascorrere una vita dignitosa, ma è errato considerarlo come unico parametro di giudizio.
"Sei fortunata": queste parole mi vengono ripetute in continuazione, nonostante io lo sappia benissimo. Il problema è che io credo di essere fortunata, anzi privilegiata, sotto molti punti di vista e ringrazio, davvero, Dio per questo.
Ma il denaro non è ai primi posti.
Un mese fa sono andata al funerale del papà di un mio amico. Io sono fortunata: ora ha più senso quest'affermazione, non credete?
Fin dove può spingere il denaro? Fino a dove il denaro può corrompere l'anima ed il cuore di un uomo?
Eugenia è stata condizionata, in parte dalla sua esperienza di donna, ovvero essere considerate solo per denaro; ma il suo essere, la sua essenza, non è mutata: è rimasta una donna "tutta sentimento" e con tanto amore da donare.
Oggi il denaro spinge le persone ad agire a scopo di lucro, o meglio, le fa ammalare a tal punto da rapire un bambino di diciotto mesi a scopo di estorsione. Ma questa malattia provoca degli effetti collaterali: fa uscire la bestia più nascosta dell'animo umano, l'animale umano. Tommaso è stato ucciso a badilate perché piangeva.
Ma quanti sono questi casi? Quante le situazioni in cui i bambini spariscono? Molte, purtroppo.
E il fine, nella maggior parte dei casi, è il guadagno. Anche se a rimetterci è un bambino, un cucciolo di uomo indifeso. Come nelle situazioni di traffico illegale di organi: coloro che sono coinvolti sono, da una parte, persone avide, assetate di denaro; dall'altra, persone disperate, malate di dolore.
Non credo che l'uomo per migliorare debba rinunciare al denaro, ma credo che debba seguire l'esempio di Eugenia. Infatti lei non ha lasciato tutti i suoi averi per vivere in povertà; ha semplicemente vissuto senza dimenticarsi il suo essere una donna.
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