La mia storia...
Vi voglio raccontare una storia... La mia storia che, proviene da un paese molto lontano, non immaginate quanto è distante da noi, ci sono mille migliaia di chilometri prima di raggiungere questa isola altroché attraversare tutto l'oceano.
È un paese con spiagge meravigliose, di sabbia bianca e con delle acque di mari limpidi come cristallo, imponenti catene montuose solcate da fiumi e cascate spettacolari. Laghi di acque salmastre, fauna e flora esotiche non sono che soltanto alcuni aspetti dell'affascinante Repubblica Dominicana.
Sono nata nel cuore della città "Santo Domingo", da una famiglia povera, ma con tanta voglia di crescere i suoi tre piccoli figli.
Ricordo solo che ero molto piccina, avevo solamente due anni, quando mia madre è partita per l'Italia in cerca di fortuna, la necessità e il bisogno di crescere tre bambini, l'hanno spinta a lasciare la propria madrepatria. Eravamo piccoli e indifesi e avevamo tanto bisogno dell'amore della nostra mamma, volevamo una madre vicina, la quale ci vedesse crescere e soprattutto la quale ci desse amore, l'affetto che una madre può dare ai propri figli, che ci è veramente mancato per quasi diciotto anni, e che ancor oggi personalmente mi sento mancare. Tutti quegli anni trascorsi senza mia madre, sono stati veramente tristi, perché siamo cresciuti con l'affetto dei nostri parenti, che vi assicuro non è la stessa affettuosità che una madre possa dare ai suoi figli, l'amore di madre è unico e nessun lo può sostituire. Mio padre ci è stato sempre vicino, fino all'età di dieci anni, dopodiché si sono separati, ma questo non gli impediva di starci vicino, di essere sempre presente in qualsiasi circostanza; ci ha sempre assecondato e voluto bene, ed è sempre stato un buon padre.
Mia madre ci veniva a trovare a Santo Domingo anche due volte l'anno, al suo arrivo eravamo molto felici. La sua presenza ci cambiava completamente il nostro modo di vivere, tutto sembrava diverso, ci sentivamo protetti e sicuri al suo fianco, ma purtroppo doveva sempre ripartire. Erano tante le lacrime ad ogni sua partenza. Quando mia mamma non c'era, la nostra vita era diversa, potevamo solo sognare di andare in spiaggia 2/3 volte alla settimana, cosa che accadeva nella sua assenza una volta all'anno, quando la spiaggia era a 40 minuti. Permetterci di andare a mangiare la pizza e di andare a divertirci capitava solo quelle poche volte l'anno quando mio padre poteva portarci, con queste parole penso di avervi dato l'idea di com'era ed è ancor oggi la situazione nella Repubblica Dominicana.
I nostri parenti si prendevano cura di noi, quasi tutti ci trattavano bene e si comportavano correttamente, ma non tutti sono stati onesti con i soldi che ci spediva la mamma per mantenerci; con tutti quei soldi, che erano tanti, potevano darci un'infanzia migliore.
Gli ultimi anni che abbiamo trascorso nella nostra terra, prima di arrivare qua, li abbiamo passati da mia nonna (madre della mia mamma), la quale si è presa cura di noi, a causa dell'abbandono di nostra zia, che ci aveva lasciato perché era stanca di crescerci. Questi ultimi anni passati a casa di mia nonna, la nostra vita prese una piega diversa in confronto a quella precedente più severa; avevamo più libertà, potevamo fare un po' quello che volevamo, ma rispettando la scuola, gli orari dei pasti e i vari mestieri di casa. Per il resto eravamo liberi di divertici, giocare con gli altri bambini e non dovevamo avere più paura di essere richiamati, dato che nessuno ci poteva impedire di vivere la nostra infanzia, come diritto. In tre anni abbiamo fatto ciò che in dodici anni non avevamo potuto fare.
Arrivato il giorno della partenza, eravamo molto felici, perché finalmente stavamo per raggiungere mia madre. La partenza è stata assai triste, dato che lasciavamo mio padre e non sapevamo quando avremmo potuto rivederlo. Sono state tante le lacrime quella sera di luglio.
Arrivati all'aeroporto c'era la mia mamma che ci aspettava e quando ci ha visto subito ci coprì di baci e abbracci, e lì ricordo un momento di grande gioia per tutti noi.
La mia esperienza scolastica all'inizio è stata molto dura, dato che non sapevo la lingua e mi trovavo in un ambiente diverso da quello di Santo Domingo. Il primo anno l'ho frequentato alla scuola di Moda di "Como", nella quale mi sono trovata molto bene, perché ho trovato delle persone molto disposte ad aiutarmi. Durante l'estate 2002 ho lavorato in un "Bar Gelateria", con la mansione di barista. Alla fine dell'estate ho preso la decisione di cambiare scuola, dato che il Corso Moda non era la mia passione. Durante la stagione nella quale ho lavorato capii che ero portata a lavorare a contatto con la gente, ed allora decisi di fare l'alberghiero. I primi due anni li ho frequentati all'istituto privato di Como, il quale mi è costato tanto e infine mi ha lasciato poco. Ringrazio tantissimo un insegnante di cucina dell'istituto privato, il quale mi ha consigliato il Vespucci, e se oggi sono qui è soltanto grazie a lui.
Il primo anno al Vespucci è stato molto drammatico, dato che mi sono ritrovata a partire dal nulla, ma infine ce l'ho fatto grazie alla bella organizzazione e precisione che adoperano tutti i docenti oltre al grande aiuto dato dai miei compagni. In un anno al Vespucci ho imparato tante cose e ancora oggi sto apprendendo. È una scuola magnifica. Mi è bastato un anno al Vespucci, per fare quello che non avevo fatto nell'altro istituto. La considero una delle migliore scuola della Lombardia, perché grazie a loro, ho capito al meglio il senso dello studio.
Oggi se sono qui è grazie a mia madre, la ringrazio davvero per tutto ciò che ha fatto per noi e per averci portati qua, sono stati tanti i sacrifici che ha fatto per darci una vita migliore, ma non giustifico il fatto che non sappia recuperare gli anni persi della nostra infanzia.
Ho lasciato un paese splendido, persone magnifiche, ma in compenso sto costruendomi un futuro, grazie alla mia scuola, e grazie all'istituzione e alla disponibilità di aiutare anche noi extracomunitari.
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