Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
9ª edizione - (2006)

Io

Sono le dieci di sabato sera.
Devo uscire con i miei amici e, come al solito, sono in ritardo.
Sono in piedi davanti allo specchio e continuo a girarmi e rigirarmi tentando di convincermi che il vestito mi stia bene, i miei capelli siano a posto, il mio viso sufficientemente carino.
Passa un minuto (mi sistemo la maglietta), ne passa un altro (slego i capelli), poi un altro ancora (slaccio la giacca).
Niente. È inutile. Non ci riesco.
NON MI PIACCIO!!
Ho dei vestiti banali che mi stanno malissimo, sono BRUTTA, sono BASSA, sono GRASSA! Dovrei chiudermi in camera mia e non uscire mai più per tutto il resto della mia vita!
Adesso chiamo i miei amici e dico loro di non aspettarmi, che tanto non esco... Alla fine, che cosa stanno a fare insieme a me?
Il mondo è pieno di ragazze MIGLIORI, più SIMPATICHE, più BELLE di me. Io non merito di stare con loro, io non merito NIENTE!
Forse, è inutile anche che li chiami: probabilmente, se non vado all'appuntamento non si accorgeranno neanche della mia mancanza, NESSUNO si accorgerà che non ci sono...
Mi guardo ancora allo specchio: con questi vestiti sembro una pera con le gambe. Decido di fare un ennesimo tentativo: mi cambio, di nuovo.
Ma il risultato è lo stesso, anzi, forse è anche peggio: vestita così sembro ancora più grassa!
No, no, non esco, BASTA, non uscirò mai più di casa.
In preda alla più folle disperazione, mi lancio sul letto con le lacrime agli occhi. In quel momento non sento nulla, solo tanta rabbia. Rabbia di non essere come gli altri mi vogliono.
Il mio sguardo si posa sul comodino che è affianco al mio letto: c'è sopra un libro. Lo prendo: "Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire", di Melissa P., uno dei libri più criticati degli ultimi anni.
Anche io mi sento un po' come Melissa: farei qualsiasi cosa pur di sentirmi ACCETTATA, pur di sentirmi AMATA!!
Poi ripenso alla fine del libro: a lei non è servito essere diversa da se stessa per ricevere amore, ma, al contrario, più lei era finta, più l'amore che riceveva era finto; quando lei ha iniziato ad essere la VERA lei, solo allora ha ricevuto VERO AMORE. "E io? Io chi sono? Come sono veramente? Come mi voglio IO?". Non posso fare a meno di pormi queste domande.
Ad un tratto, all'improvviso, accade qualcosa di strano, di straordinario.
Nello specchio qualcosa luccica e, muovendosi al suo interno, gli fa assumere forme diverse e fa cambiare la mia immagine, fino a che la persona riflessa non sono più io.
Incomincio a crescere, divento più alta, la mia vita si assottiglia, i miei capelli si allungano e diventano biondi, i miei occhi verdi; la gonna si accorcia, la maglietta diventa più scollata, i tacchi si alzano.
Finita la trasformazione, lo specchio si ferma e mi dà il tempo di ammirarmi. All'inizio sono contenta, mi piaccio, ma poi, riguardandomi, scopro di avere dei difetti che non avevo prima che lo specchio mi facesse cambiare: non mi sento a mio agio nel mio nuovo corpo, odio il solo pensiero di avere i capelli biondi, e poi quei vestiti... come si può mettere il naso fuori casa conciati in quel modo? Va bene che devo andare in discoteca stasera, ma non sono io la cubista!
No, così non va!
Allora lo specchio ricomincia: cambia di nuovo qualcosa al suo interno e la mia immagine si modifica ancora.
I miei capelli diventano neri e cortissimi, anche i miei occhi diventano neri e sono circondati da un trucco scuro e molto pesante, dello smalto nero mi si dipinge sulle unghie; ora indosso dei pantaloni e una giacca di pelle, un braccialetto borchiato mi circonda il polso.
Bello, aggressivo, nasconderà la mia timidezza! Solo che io non sono così: è un tipo di abbigliamento che ti mette in evidenza, come un riflettore puntato addosso, e io odio sentirmi al centro dell'attenzione. E poi il trucco così pesante non mi piace proprio, e mi sento scoppiare dentro questi pantaloni. Ballare con questi addosso deve essere un inferno!
Non va ancora bene!
E di nuovo lo specchio, come se avesse sentito i miei pensieri, ricomincia a muoversi, a cambiarsi, a cambiarmi.
Adesso ho i capelli castani raccolti in due codine basse, il trucco sul mio viso è praticamente inesistente; sui miei jeans a vita bassissima c'è disegnato un fiore e indosso una maglietta molto larga.
Ancora una volta ho l'iniziale illusione di piacermi, ma poi mi accorgo che non sono io, che qualcosa in quella persona che mi sta davanti non mi convince.
No, non ci siamo ancora.
Nuovamente accade qualcosa nello specchio, ma, questa volta, il movimento è diverso: sembra più fluido, più semplice, più naturale, e ho l'impressione che stia risplendendo di luce propria.
Mi ritrovo davanti agli occhi una ragazzina di diciassette anni, con una maglietta BANALE, una gonna BANALE, delle scarpe BANALI, con dei capelli e il volto BANALI. Ma, a modo suo, SPECIALE. Quella ragazzina è SPECIALE perché è UNICA, è SPECIALE perché è VERA. Ecco: è esattamente così che voglio essere, è così che mi voglio.
Sento dal mio stereo la voce di Bon Jovi che canta: "Be who you want to be, be who you are, everyone 's a hero, everyone 's a star... welcome to wherever you are".
Guardo meglio l'immagine nello specchio: la ragazza che vedo, l'unica che è come vorrei essere, sono io.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010