Un'esperienza di lettura
Oggigiorno trovare un momento libero da dedicare alla lettura è sempre più difficile. È più "comodo" starsene sedute in poltrona a guardare un bel film, ed è più facile collegarsi via Internet raggiungendo l'altro capo del mondo in men che non si dica. Fortunatamente mi ritengo una privilegiata, una che apprezza ancora il valore di un libro. Per me leggere è un piacere, è un modo per evadere, talvolta, dalla realtà quotidiana ed entrare a far parte di un altro mondo. È questo che per me rappresenta un libro: un mondo diverso! Non preferisco un genere letterario ad un altro, anche se escludo il genere "horror". Privilegio i romanzi fantastici, ricchi di avventure, i gialli e, perché no, purché siano interessanti, anche i romanzi storici. L'ultima volta che sono rimasta affascinata da una lettura a dir poco piacevole, mi è successo qualcosa di strano. Certo non capita di frequente: leggere un libro in uno stato di fibrillazione permanente, così da sentirsi "costretta" a cercare telefonicamente qualche amica per comunicarle subito l'emozione della lettura in corso. No davvero, non capita sovente.
Al dunque: ho letto Va' dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro che mi ha lasciato senza fiato. L'approccio è stato un po' diverso dal solito: l'aveva letto mia sorella e sentivo che ne parlava positivamente con le sue amiche. Allora mi sono detta che, dopotutto, avrei potuto fare anch'io questo sforzo. Il titolo comunque non m'ispirava granché. Ho pensato subito che si trattasse dei solito romanzo d'amore, mieloso e sdolcinato: non proprio il mio genere! Già dalle prime righe, però, mi sono ricreduta: non era esattamente ciò che pensavo. Un racconto davvero toccante che, parola dopo parola, mi teneva incollata al testo con l'istinto di divorarlo tutto d'un fiato. Mi sono immedesimata immediatamente nel personaggio a cui era destinato il racconto, la nipote, e con la stessa intensità e amore con cui mia nonna si rivolge a me, così mi sembrava che parlasse la nonna del libro. 165 pagine divorate in un giorno e mezzo mi hanno travolto in un grande circolo di emozioni e suggestioni. Purtroppo, però, viviamo in un'epoca in cui tutto viene facilmente svuotato di significato e dove non si sente molto il bisogno di manifestare i sentimenti che teniamo in fondo al cuore. Che è poi la cosa più difficile da fare. Sappiamo tutto sui computer, saltiamo da un aereo all'altro con disinvoltura, incastriamo nella giornata dieci appuntamenti con una precisione da ingegnere, ma poi non sappiamo condividere l'emozione di un tramonto, trasmettere l'entusiasmo per un concerto, leggere una poesia ad alta voce. Insomma, abbiamo puntato all'efficienza senza coltivare i sentimenti.
È questo il profondo significato che il libro mi ha trasmesso: ascoltare ciò che ci circonda e rispondere con il cuore.
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