Cappuccetto Rosso
Cappuccetto Rosso è tutto rosso di sangue: disteso in una pozza di sangue e nel crudele destino della vita che ormai non è più favola.
Che favola la donna del quinto piano... ma quella è un'altra storia.
Il commissario di polizia osserva i pensieri degli insoliti indagati.
Il commissario capo, e con trent'anni di esperienza, mentre assapora una brioche tinta nel cappuccino sorridendo maliziosamente, osserva. E pensando ci ripensa: "La mamma di Cappuccetto Rosso non è una donna del ventunesimo secolo: mi sembra troppo ingenua; ancorata a profondi ideali cattolici.
"Il lupo, in apparenza, sembrerebbe il più colpevole e forse lo è ma con indagini dettagliate abbiamo scoperto che troppi umani, e ben più ipocriti, hanno cuore da lupo.
"La nonna non mi convince: si atteggia troppo a vittima, subdolamente cerca di appropriarsi dei nostri sentimenti, sembra che nasconda qualcosa di antico male oscuro. Ma forse anche lei è una stanca giovane, troppo presto invecchiata.
"Ci sarebbe il cacciatore: ma le sue impronte dimostrano soltanto le tracce nefaste di un essere bipede, incapace di uccidere esseri della propria specie, ma tollerante nel togliere la vita ad altri animali o ritenuti tali.
"Ma allora chi è stato a decapitare il povero Cappuccetto?"
"Io!!!"
"Io chi?" mi domanda il commissario capo Bertolucci Francesco.
"Io: lo scrittore di questo interessante racconto."
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