Un'esperienza di lettura da una testimonianza del sottotenente Claudio Sommaruga
Penso che nella testimonianza del signor Sommaruga ci sia una frase molto significativa che suscita in me un sentimento di stima: "Quel giorno respinsi anch'io, per dignità di uomo, di cristiano, di soldato e per rifiuto delle guerre, un ritorno a casa disonorevole in cambio di una firma di fedeltà FINO ALLA MORTE". Sono proprio questa tre parole che, secondo me, dimostrano l'ammirevole coraggio e determinazione di questa persona, pronta a rinunciare, probabilmente, a un futuro dignitoso o, comunque, alla serenità. È incredibile come un semplice "no" possa cambiare tanto il proprio destino.
Credo sinceramente che la sua scelta, cioè quella di intraprendere la "via dei lager" sia davvero degna di nota e di ammirazione perché, pronunciando quel "no" lui sapeva benissimo a cosa sarebbe andato incontro: torture, fatica, sofferenza, infelicità e quant'altro ci sia di angosciante. Ed è questa la cosa peculiare: rinunciare alla propria serenità e anche a quella dei propri familiari, che non vedono tornare il loro caro. E tutto questo per cosa? Per un sentimento molto importante: la dignità, la sua dignità di uomo, di cristiano e di soldato, una dignità a cui lui non voleva assolutamente rinunciare, anche a costo di rimetterci quanto si ha di più caro.
Non so al giorno d'oggi quante persone sarebbero disposte a mettere a repentaglio la propria felicità e soprattutto la propria vita pur di non "tradire" se stessi.
Io stessa devo ammettere che non so se riuscirei a prendere una decisione così scomoda e aspra per il mio cammino... Non so se sarei disposta a rinunciare alla felicità, alle risate, all'allegria che per me sono elementi fondamentali per poter vivere. Una vita senza questi aspetti, secondo me, non sarebbe vita. Certo è che il sottotenente l'ha fatto per validi motivi, ma io non avrei certo avuto la forza di scegliere "una morte molto probabile". Infatti, era proprio questa la fine che faceva la maggior parte della gente: morire. Solo pochi fortunati sono riusciti a vivere... ma ora come vivono? Molti fanno finta di niente, non ne parlano e allora mi chiedo a cosa sia servita quella scelta drastica. Altri, ma pochi, come Sommaruga, cercano di spiegare provando ancora dolore e quindi con difficoltà, alle persone tutto quello che hanno passato, cercando di sensibilizzarle, per cercare di impedire che si verifichino ancora avvenimenti del genere; ma tutti hanno una cosa in comune: rimarranno segnati da quanto è loro accaduto e nei loro sorrisi e nei loro occhi c'è ancora una vena di malinconia, che, forse, non riusciranno mai a cancellare.
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