Un'esperienza di lettura
Vivo la lettura. Questa è il portale verso la vita di altri nella quale m'immergo, naufrago e muoio. Divento quello che leggo, aria, un'emozione.
Il cuor mi freme ancora in petto al ricordo di quando, ormai morente, guardai la mia Rossana china sul mio corpo a piangere l'amore che perso ha due volte. Questa esperienza lontana, ma vicina alla mia anima è il Cyrano de Bergerac. Era impossibile leggere, era dovuto vivere.
Il difetto fisico, il famoso naso, ha plasmato un uomo straordinario incline alla genialità. Lo schermare con la spada come con la penna, l'amare sia con lo spirito che con la carne, la levatura morale è contrapposta al tanto odiato corpo. Così, tace i suoi sentimenti, o meglio, li dona a Cristiano che diventa il suo passe-par-tout per il mondo romantico. Attraverso il bel soldato, corteggia Rossana scrivendole ardenti lettere, vivendo l'amore che l'aspetto esteriore gli aveva negato.
Un animo irrequieto, uno spirito ribelle o semplicemente un uomo dannato da una profonda tristezza? È una cattedrale, un monumento all'umanità che s'erge dalla superficialità e dalle apparenze di un'intera società.
Lo ammetto: leggevo le parole di Cyrano come se fossero state le mie o a me dirette.
All'ombra della notte, quella voce calda che m'entrava dentro, mi commosse: io ch'ancor non conosco l'Amore, lo vidi impresso in quelle frasi, in quelle parole. Piansi per l'amarezza che portava quel sentimento, piansi perché vedevo me, nascosta nell'ombra a urlare quell'amore non ricambiato.
Mi vedevo lì, a odiarmi per quel naso che mi rendeva insopportabile più che alla vista degli altri, alla mia. Sì, come lui, mi odio e mi danno, maledico me stessa per le mie fattezze.
Avrei dato qualsiasi cosa per potermi paragonare a questa grande anima, ma così non è. E', sì, un uomo autoironico e il suo dolore, a volte, lo rende quasi arrogante, simile a me in questo infimo aspetto, ma è anche e soprattutto un uomo elegante, nobile e forte.
E alla fine ce l'ha fatta. Ha ottenuto il cuore di Rossana poco prima della sua morte, poco prima che il loro amore appassisse. Le pagine e minuti scorrevano e man mano non fui più me stessa, ma un altro: diventai lui.
Indossai i suoi abiti, sfoderai la spada e combattei: per lui, per il suo cuore, per la mia anima, per il mio amore. Non fu solo retorica quello che imparai, ma fu alzare lo sguardo e gridare al cielo, alla domanda: chi sono? Rispondere fiera col mio nome, non lasciare delle parole gettate al vento, nulla al caso, ma lottare, lottare, lottare.
Prima calzai i suoi panni, .poi me ne innamorai.
Non desideravo essere la bella donna, non mi bastava, ardevo morire di vita esattamente come Cyrano: poiché il dolore fa assaporare più intensamente la vita, come delle lacrime che bruciano salate sulle labbra, lui, infatti, vive profondamente, non sta certamente ad assistere.
Anche nel prestare i suoi sentimenti a Cristiano trovo una disperata voglia, più che di amare, di vivere ogni aspetto della sua vita. E invece noi molte volte restiamo in disparte, a guardare altri che vivono, non curanti del fatto che ogni prezioso secondo ci stia scivolando dalle dita, come sabbia.
Non sono Cyrano, non andrò alla ricerca di giganti da combattere, mi basta stare qui a dire ciò che penso, a non nascondere ciò che provo, a ricercare me stessa tra le pagine di un libro, tra i colori di un dipinto, tra le parole, tra i suoni e sapori, amari o dolci che siano.
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