Un'esperienza di lettura
Da sempre gli esseri umani cercano il modo di creare la vita e il modo di controllarla; avere qualcuno che fa i lavori peggiori e pesanti al posto tuo, non dispiacerebbe a nessuno. Nel passato c'erano gli schiavi, invece nella civiltà moderna ci sono le macchine che fanno gran parte del lavoro.
In quest'ultimo secolo molti scrittori hanno trattato questo argomento: la creazione di un essere umano. Mary Shelley, autrice di Frankenstein fu probabilmente la prima a trattare questo argomento. Bulgakov con Cuore di cane riprende questi argomenti in un modo diverso, mentre in ambiente futuristico P. Dick ha scritto Cacciatori di androidi.
In Frankenstein uno scienziato crea un essere umano, ma la creatura ha un aspetto mostruoso, tanto da essere ripudiata da tutti. Per vendetta la creatura perseguiterà il suo creatore uccidendo amici e parenti. La storia finisce con la morte di Frankenstein e il suicidio del mostro.
Nel romanzo di Bulgakov, un altro scienziato fa un'operazione mai provata prima: immette l'ipofisi di un uomo su un cane randagio. Il cane diventerà sempre più simile esternamente all'uomo, ma il suo cuore rimarrà da cane e quindi anche il suo comportamento. Il romanzo finisce con lo scienziato pentito che compie l'operazione inversa facendolo ritornare cane.
Gli androidi di Dick sono esseri artificiali sempre più perfetti e intelligenti in tutto somiglianti agli uomini; vengono mandati sulle colonie di altri pianeti a lavorare, ma tentano di immigrare sulla Terra. L'unica differenza tra macchine e uomo è che le macchine non hanno l'empatia. Il protagonista, un cacciatore di taglie di androidi, è sempre più dubbioso su quanto sia giusto quello che sta facendo e comincerà a considerarli come esseri umani, e perfino si innamora di una di essi.
Questi racconti hanno molto in comune: in tutti e tre si ha che la creatura si ribella al creatore diventando incontrollabile e mortale (in Frankenstein), facendo pentire lo scienziato che cercherà di rimediare al danno facendo tornare tutto come prima (Cuore di cane). In Cacciatori di androidi la situazione è un po' diversa: le creature diventano così simili agli umani da far dubitare se considerarli umani o ancora macchine, e perfino in certi casi gli androidi si dimostreranno migliori di certi esseri umani. Ma, non avendo l'empatia, cioè la capacità innata di percepire i sentimenti degli altri, alla fine verranno considerati ancora come esseri inferiori. Quindi un altro punto in comune di questi libri è che in tutti e tre i casi gli esseri artificiali vengano considerati inferiori.
Si può dedurre che la letteratura è in generale contro questi tipi di sperimentazione scientifica. Una domanda ovvia è: che diritto hanno gli scienziati di creare la vita come se fossero dei? Gli scienziati nei primi due romanzi creano la creatura a puro scopo scientifico ma in entrambe alla fine si pentiranno: avendo osato troppo vengono puniti. Anche nella realtà d'oggi gli scienziati sarebbero in grado di creare la vita e ci sono riusciti con dei mammiferi, ma vanno contro gran parte dell'opinione pubblica che considera questi esperimenti non etici.
Ci sono stati anche autori che invece hanno considerato la creazione di esseri artificiali come utili alla società, Asimov per esempio grazie alle tre leggi della robotica, fa sì che i robot siano obbligati a ubbidire e a proteggere gli uomini.
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