Un'esperienza di lettura
Un futuro con androidi identici in tutto e per tutto all'uomo, riconoscibili solo grazie a un test che non risulta essere preciso e affidabile, una caccia tra l'uomo e la macchina nella quale non si capisce chi è il cacciatore e chi la preda. Questo è uno degli scenari futuri immaginati dagli scrittori, che nel ventesimo secolo sono rimasti affascinati dal tema della ricerca scientifica e da dove ci porterà. Questo, in particolare, è il racconto scritto da Philip Dick, nel suo libro Cacciatori di androidi. La questione che ne emerge è abbastanza chiara: una volta arrivati a creare una macchina dotata di un'intelligenza propria e di capacità di apprendere, caratteristiche tipiche dell'uomo, essa resta sempre una macchina o bisogna considerarla un nostro pari? Dick sembra rispondere che un androide con queste caratteristiche può essere considerato umano. Infatti nel suo libro, inserisce fatti e avvenimenti a sostegno di ciò. Possiamo vedere come il cacciatore di androidi, dopo una vita passata a eliminarli, comincia a chiedersi se quello che fa è giusto, se l'eliminazione di un androide non sia come uccidere un uomo. Addirittura si innamora di un androide di sesso femminile, a dimostrazione che essi sono da considerarsi umani.
Questo libro è solo uno dei tanti che affrontano il tema, sempre più attuale, della ricerca scientifica ricorrendo alla fantascienza per immaginare i possibili immaginari futuri. Essi tendono a portare al limite le scoperte recentemente fatte, a volte anche in modo surreale, ma questo ci serve a riflettere sul senso di tutta la ricerca scientifica, e non solo ad analizzare scoperta per scoperta, ad avere una panoramica su tutto quello che potrebbe avvenire, invece di avere una singola e parziale opinione.
Un altro grande libro, diventato famosissimo, che affronta un altro tema scientifico è Frankestein scritto da Mary Shelly. È la storia di uno scienziato che riesce a infondere la vita in un corpo morto, ma poi viene perseguitato dalla sua stessa creazione. Il tema affrontato è quello della figura dello scienziato come Dio, perché capace di dare la vita. L'autore non condivide questa funzione dello scienziato : infatti il mostro creato perseguita fino alla morte il suo creatore. Dimostra come l'uomo, anche con le risorse scientifiche adeguate, non è in grado di assolvere le proprie responsabilità verso la propria creatura.
Un romanzo che sottolinea ulteriormente l'idea della responsabilità dello scienziato rispetto al proprio esperimento, è Cuore di cane di Bulgakov. Esso racconta dell'esperimento di uno scienziato che impianta un' ipofisi umana in un cane, che assume così le sembianze di un uomo, ma il cui istinto resta animale. Lo scienziato dimostra di avere un grande senso di responsabilità nei confronti del cane-uomo, in quanto lo istruisce ed educa, anche se tutto si rivelerà inutile, in quanto in lui sono presenti tutti i tratti tipici degli animali e tutti gli elementi negativi dell'uomo, un criminale da cui erano state prese le ghiandole. Questo lo porterà a causare continui disastri, che indurranno lo scienziato a capire che non è possibile sovvertire l'ordine naturale e quindi ad annullare l'esperimento. Lo scienziato dimostra che la responsabilità che lo lega al proprio esperimento è tale da permettergli di arrivare ad ammettere di aver sbagliato, con mente critica, e non influenzato, dal desiderio di fama e di riuscita. Ma soprattutto egli sa che deve rispondere a valori etici e morali, che non possono essere abbandonati, perché è ciò che ci permette di non superare i limiti posti dalla natura. Quest'ultima idea riflette il mio personale pensiero: dei limiti esistono e vanno rispettati. Però questo principio spesso sfugge alla gente, affascinata dalle possibilità, magari anche straordinarie, come quella di curare una malattia, che una scoperta comporta. Ma la domanda che bisogna porsi è: tutto ciò rientra nei limiti etici e morali, che distinguono l' uomo da un mostro?
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