Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
1ª edizione - (1998)

Un'esperienza di lettura

 Il sole era alto nel cielo. La sabbia era soffice e il mare di fronte a me era immenso.
Dell'enorme vascello non erano rimasti che dei pezzi della prua scampati miracolosamente dalla tempesta; come del resto io stesso.
Pensavo ogni secondo alla burrasca. Cercavo di rimettere insieme gli ultimi pezzi mancanti, ma non riuscivo a ricordare oltre un certo momento, perché probabilmente ero svenuto dopo un'ondata inaspettata.
Un vento fresco d'estate soffiava sul mio viso e i corti capelli castani si spettinavano, mentre affacciata alla finestra della mia cameretta, guardavo pensosa il dolce cielo dipinto d'arancio. Il sole stava calando. Il buio della notte avrebbe presto sopraffatto il sole, che, come ogni giorno, stava per andare a dormire.
D'un tratto mi svegliai da quello stato di ipnosi, tornai alla realtà, scesi tutti i corti gradini di ferro, corrosi e arrugginiti.
Uscii dalla povera abitazione e con un'improvvisa forza corsi...
È pallida: un sudore freddo le copre la fronte. Mi si aggrappa al braccio.
"Ti prego, riportami a casa" mormora...
La sorreggo fino alla soglia della casa. Frugo nella sua borsetta, prendo le chiavi ed entriamo. Appena chiudo la porta alle nostre spalle lei va giù, sul pavimento e lì comincia a contorcersi selvaggiamente.
"Terzo cassetto" dice, spasimando.
"Come?"
"Terzo cassetto del comò... ci troverai una fiala e una siringa... presto... fai presto...".
Eseguo le sue istruzioni e trovo tutto. Pochi istanti dopo sono da lei con la siringa pronta.
I suoi occhi hanno uno sguardo da animale braccato.
Appena vede la siringa, si alza e s'avventa contro di me, me la strappa di mano e se la immerge in un braccio.
L'osservo, in preda a sensazioni contrastanti. Louise è drogata!
Il panorama di fronte a lei era incantevole. Era riuscita ad arrivare sulla cima di un promontorio.
Era stupendo vedere il mare che sbatteva contro le rocce poste sotto di lei.
Alzando lo sguardo verso il tenero tramonto, che ormai si stava spegnendo per dar posto alla luna, una lacrima invase tutto il cuore della giovane ragazza. Toshimi, infine, senza indugi dà un ultimo saluto al mondo... e poi il passo che la portava, nella realtà, contro la sua fine; ma per lei e la sua fantasia alla vita eterna.
Urla strazianti. Persone tremanti davanti alla loro cruda verità. Davanti alle loro paure. Davanti ai loro dolori passati. Davanti ad un futuro vuoto e pieno di incomprensioni... Tutte queste emozioni, tutte queste sensazioni le provo ogni volta che leggo un'opera; opere, come alcune che ho presentato all'inizio di questa breve storia. Una storia che potrebbe continuare per pagine e pagine, riempite solamente con giudizi e commenti riguardanti ogni avventura che si intraprende appena si apre un libro.
Esistono miliardi di emozioni che un individuo può provare nel leggere un racconto. Innumerevoli sono i commenti che si possono posare sulle nostre menti. Invece, quando chiudiamo un libro, ripensiamo alla trama e a ciò che avremmo potuto fare "noi" se fossimo stati nei panni del protagonista; iniziamo a viaggiare e a sognare, magari di essere un eroe leggendario, un poliziotto che con indomito coraggio sventa una rapina, una bambina chiaroveggente, una paladina della giustizia e della libertà, o semplicemente ciò che ognuno vede riflesso davanti ad uno specchio: noi stessi; coloro che seguendo il fato predestinato, adempiono ai loro doveri.
Quando una persona legge un libro, cerca di immedesimarsi nel protagonista; ma a mio parere, bisogna sempre cercare di essere noi stessi, poiché solo così ci potremmo sentire in armonia con la nostra anima e con coloro che ci circondano.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010