Un'esperienza di lettura
Sono stata molto colpita dalla lettura del Deserto dei Tartari di Dino Buzzati perché ha esercitato su di me un grande potere di suggestione.
Il libro racconta la storia di Giovanni Drogo, giovane tenente, che per il servizio di prima nomina è stato assegnato alla fortezza Bastiani, luogo di confine su un deserto dove i nemici non arrivano mai.
Io non sono un militare e non posso comprendere le aspirazioni di un giovane ufficiale, però alcuni timori di Drogo corrispondono ai miei.
Infatti Giovanni ha aspettato tanto la prima nomina e pensa che sarà un luogo grandioso, dove potrà realizzarsi. Tutto ciò si rivela però una grande delusione. Ciò che mi è derivato da questa lettura è un certo senso di angoscia, perché mi domando se anch'io sto gettando gli anni migliori in qualcosa che non arriverà mai o che comunque non sarà all'altezza delle aspettative. La risposta che mi do è che io sono contenta di quello che faccio e, dato che non vedo alternative più allettanti, mi ritengo soddisfatta.
Sono stata molto colpita anche da un altro fatto, che Giovanni, alla fine era attaccato alla fortezza Bastiani, che con una specie di ipnosi imprigiona i suoi soldati, prendendosi la loro giovinezza e, in sostanza, la loro vita. Io penso che amiamo le nostre sofferenze perché ci fanno compagnia, ci siamo abituati alla loro presenza e quando se ne vanno, anche se siamo contenti, abbiamo un senso di vuoto, che però si riesce a colmare.
Ho trovato straordinaria la capacità di Buzzati di rappresentare una situazione fantastica in modo realistico e credibile, rendendo i sentimenti descritti molto condivisibili.
Penso che sia particolarmente importante il discorso dell'attesa di qualcosa di bello e grandioso, che una ragazza come me sente molto da vicino.
Dopo il primo senso d'angoscia ho capito però che la vita non è una grande delusione per tutti, basta essere convinti di quello che si fa e non farsi abbattere dai fallimenti.
Le buone occasioni arrivano a tutti, bisogna stare solo attenti a non farle scappare e darsi da fare per sfruttarle. È ovvio che una vita solo felice non esiste, ma le sofferenze sono inevitabili tappe del cammino verso la serenità.
Lo stesso Buzzati secondo me ha avuto una bella esistenza poiché penso che con il suo lavoro abbia scoperto doti che non credeva di possedere.
Molte persone non più giovani che mi circondano sono soddisfatte della loro vita e tutto sommato non rimpiangono i "bei tempi andati"; il passato è passato.
In fine io trovo molto consolante la frase del film Jerry Maguire: "Nella mia vita i fallimenti sono stati tanti quante le vittorie... e vi auguro un successo come il mio".
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