Un'esperienza di lettura da "L'amico ritrovato" di F. Uhlman.
Un libro: un magico scrigno dove si celano sentimenti impressi su fogli di carta, dove vi è la vita di una persona. E questa ultima definizione può essere ben valida per il capolavoro di Fred Uhlman L'amico ritrovato.
In questo libro, dal carattere autobiografico, si può notare come l'autore usi un tono molto nostalgico rimembrando con la sua penna tempi felici e molti di quei valori che purtroppo ha dovuto abbandonare.
Nell'incipit di questo libro si sente un grandissimo senso di infinita piccolezza che ci fa capire come sia estremamente breve e insignificante la nostra vita perché‚ guardando alle nostre spalle ci sembra che sia passato un piccolissimo attimo da quando siamo usciti dal grembo di nostra madre. Proseguendo la lettura troviamo un aspetto fondamentale per noi per comprendere la psiche del personaggio principale (Hans Schwarz); infatti il concetto di amicizia di Hans‚ molto simile al concetto di fratellanza. Infatti il giovane non considera i suoi compagni di classe degli amici ma bensì dei "conoscenti", con i quali deve vivere nel tempo scolastico. All'arrivo del suo nuovo compagno Konradin egli si sente a disagio perché lui, "povero ebreo figlio di rabbini" non può aspirare ad essere amico di "un pronipote di coloro che fondarono la Germania". Attraverso i passaggi di questo capitolo possiamo comprendere come spesso sia la semplicità e soprattutto "l'essere noi stessi" a far presa sulle persone più comuni e pure di spirito. Konradin è un puro di spirito attorniato da un'aristocrazia melensa e che ormai ha il sapore di vecchio; guardando per esempio sua madre si può notare come ella sia piena di pregiudizi verso l'amico di suo figlio e proprio a causa di questi ultimi finirà la loro grande amicizia.
Una battuta del libro (Kastor und Pollack) mi ha fatto riflettere su un fatto strettamente legato alla vicenda; questa battuta che pronunziavano i compagni di Hans faceva riferimento alla grande unione che vi era tra i due. Ma sotto il velo di umorismo che copre questa battuta troviamo un significato a dir poco terribile: infatti "Pollack" non era il nome del fratello di Castore ma bensì un comune cognome di ebrei polacchi. D'ora innanzi nel libro troviamo un "climax" di riferimenti antisemiti che culminerà nel penultimo capitolo con l'annessione di Konradin nel partito nazista.
Ritornando alla loro amicizia penso che si possa riassumere in una frase di Hans: Se davo per scontato che fosse "Dulce et decorum pro Germania mori" non avevo dubbi che morire "pro amico" sarebbe stato lo stesso. Fino a questo punto la loro amicizia è stata un ottimo esempio di grande unità e armonia fra due persone che può essere definito un amore fraterno. Ma ciò che ha legato sinora queste due persone è stato l'avere gli stessi ideali, gli stessi gusti, le stesse passioni. Venendo a mancare questi fattori la loro amicizia si scioglierà. E purtroppo ciò avviene inesorabilmente. Infatti una sera Hans va all'opera e saluta Konradin ma questi non lo degna del minimo sguardo perché è in presenza dei suoi genitori. Il giorno seguente Hans chiede nervosamente spiegazioni all'amico e questi gli rivela il pensiero dei suoi genitori che non volevano vedere loro figlio con un ebreo. Da questo punto lo scrittore cambia stile e da uno scrivere gioioso e felice passiamo ad uno stile molto triste e quasi rassegnato per aver perso per sempre qualcosa di estremamente caro. Hans dovrà partire per l'America su consiglio del padre perché l'atmosfera nel liceo è diventata pesante. È triste e doloroso partire e lasciare la propria terra natale dove si è passati molti anni nella più completa spensieratezza. Prima di partire Hans riceve una lettera da Konradin che gli apporta la notizia che si è iscritto nel partito nazista. Hans è addolorato da ciò e parte nella speranza di dimenticare il suo passato. Passano trent'anni e Hans è ormai un uomo; i suoi genitori sono morti sotto il nazismo e ormai ha accantonato la sua terra natale in un piccolo spazio del suo cuore. Tuttavia il destino che lo ha salvato da morte sicura gli fa pervenire un opuscoletto che chiedeva soldi per la ricostruzione del suo liceo; in questo opuscoletto sono scritti i nomi degli studenti che morirono nel nazismo. Hans tentenna dall'aprire la pagina H. Alla fine la apre e trova il nome di Konradin ucciso perché aveva complottato contro Hitler. Pensando a questo finale posso affermare che l'ideale di Hans "Dulce et decorum pro Germania mori" si è realizzato in Konradin, ragazzo vittima di una società ipocrita qual era la sua famiglia che però non gli ha potuto impedire di morire per le sue idee vere ma soprattutto "pro amico".
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