El Sub
di Viola Brugnatelli
Menzione d'onore
Notte. Gli alti monti sono disegnati nella loro interezza dalla luna grande e bianca. Non opalescente, né opaca. Lucente invece, come un faro di salvezza per i marinai sperduti, è incastonata tra le cime più aguzze di quelle antiche montagne messicane.
Il vento corre impetuoso, eppure tiepido stringe in abbraccio i bassi cespugli e le cime erbose; lo chiamano "el viento de abajo" ed è il vento della ribellione, della dignità, delle speranze, della libertà: è il vento che nasce dai cuori della gente che ancora sa desiderare e che non si è dimenticata come si fa a sognare, di quella piccola grande gente che con le mani umili di tessitrice cuce una rete che non solo intrappoli e divelga tutti i sistemi ingiusti ed arbitrari, ma che cospira per un mondo nuovo a tal punto che è ancora un'intuizione nel cuore collettivo che la alimenta.
Slanciato dal vento, un baio al galoppo infrange la notte col suo calpestio rumoroso, con la sua figura scura. Seduto sul cavallo, disarmato ma col suo passamontagna ed un fazzoletto al collo il cui colore è difficile definire, è Lui: el Sub.
Marcos si ferma, smonta da cavallo e sfila dal volto accaldato il passamontagna di lana, poi si siede in una distesa pietrosa laddove sa che l'oscurità gli sarà protettrice. Con movimenti lenti ma sicuri, accende la pipa e boccheggia abbondantemente poi, lentamente, come stordito da un forte colpo sulla nuca o semplicemente incredulo della realtà che lo circonda, segue con lo sguardo quelle nuvolette biancastre che vorticano, si inerpicano, discendono, vacillano, poi... scompaiono.
Questa notte qualcosa cambierà, non solo il minuto, l'ora, il mese, l'anno. C'è un qualcosa di antico, di profondo ed insito nei nostri passati in quella più generale lotta contro i conquistadores europei che è rimasta incisa nelle nostre braccia, stufe di zappare la stessa terra che un tempo ci sosteneva per nuovi pochi padroni, che si è tatuata sui nostri cuori, quasi commossi ora, in questa notte buia e che ci spingono, con quella passione e quel desiderio che ci inebria, ci atterra, ci rende forti, a rivendicare la nostra libertà, cultura, diritti.
Capodanno a San Cristobal: è un passo nel buio ora. Eppure c'è una luce che si colloca tra il cuore ed il cervello che ci dà una forza immensa, che ci permette di compiere gesta il cui solo pensiero appare fantascienza, come un sogno di donne e di uomini che possano imparare a r-esistere, a smettere di sopravvivere ed iniziare a vivere.
Il Sub rinfila il passamontagna e con un balzo sicuro rimonta a cavallo e dà gamba: giù, più in giù, c'è San Cristobal, c'è la speranza, c'è la vita.
Galoppa veloce, segue quel vento, convoglia con sé desideri e bi-sogni e sa che il futuro è qui e comincia adesso.
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