Andromaca
Ormai sono passati circa sei anni da quella sventura che ha portato con sé la morte di mio marito, di colui che veniva considerato il più valoroso tra i Troiani e uno dei più grandi eroi di quel tempo.
Purtroppo Zeus dalle sue bisacce ha pescato la morte per Ettore e la disperazione per sua moglie. In questo momento Astianatte, mio unico tesoro ancora rimasto in vita, sta giocando con i suoi amici, purtroppo anche loro orfani dei propri genitori; vedendoli là spensierati, divertirsi come non mai, sembra quasi che non sia mai successo niente e che quella guerra sia solo un vago pensiero che leggero come una libellula aleggia nella mia mente in continuazione.
Quell'ultimo incontro avuto con te è rimasto impresso nel mio cuore come quell'ultimo bacio che mi desti sapendo che ormai la tua morte era giunta.
E il momento più magico della mia vita non fu quando ti incontrai, bensì quando ti lasciai alle porte Scee. Ora ricordo quel giorno, quando su consiglio di tuo fratello Eleno, ti recasti a Troia dopo un'estenuante battaglia.
Lì ti aspettavano le mogli dei tuoi soldati, preoccupate per la sorte dei loro cari e tu, col tuo solito modo di fare, rispondesti di non preoccuparsi poiché a difenderli ci saresti stato tu, ti saresti sacrificato a costo della tua vita.
Allora io vidi che nei loro occhi si accese una luce di speranza perché sapevano che, con te, non ci sarebbe stata nessuna preoccupazione. Dopo aver posto nei loro cuori parole così belle e commoventi, decidesti di andare a trovare tua madre, Ecuba, colei che ti ha messo al mondo, colei che ha creato un tesoro, Ettore. Anche lei, avendo avuto un presentimento quella notte, sapeva che quella sarebbe stata l'ultima volta che ti avrebbe visto ed è per questo che invano cercò di far cambiare la tua decisione, ma ormai avevi deciso.
E così, dopo l'ultimo saluto, gli chiedesti il più grande regalo che ti avrebbe potuto fare, cioè il sacrificio di dodici giovenche in onore di Atena, per liberare il campo di battaglia dalla furia di Diomede. Dopo questo rimanevo solo io e mille ricordi riaffioravano, quando ti vidi arrivare con la morte che aleggiava sul tuo corpo.
Appena fui vicino a te, ti strinsi forte, come colei che sa che quel magico momento sarebbe durato ben poco. La gloria e l'onore che ti spengevano in battaglia erano troppo forti; oltre all'onore per la famiglia, erano le uniche ragioni di vita, e proprio quelle ti portarono alla morte.
Ora, stando davanti alla tua tomba, prego perché possa andare avanti senza di te e perché nell'Ade tu possa condurre una vita felice e piena di gioie.
In veste di tua moglie ti prometto che il tuo ricordo nel mio cuore non verrà mai cancellato; inoltre ci sarà sempre una famiglia che ti vorrà bene e che ti ricorderà come il suo eroe.
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