Diario di Ettore

27° giorno dal ritiro di Achille dalla battaglia
Caro diario,
 sono consapevole che questo sarà il mio ultimo giorno di vita poiché questa notte in sogno mi è stata rivelata la mia morte per mano del divino Achille.
 Proprio per questo motivo lascio questo messaggio a mio figlio Scamandro, a mia moglie Andromaca e a mio padre, il grande Priamo.
 Non piangete per la mia morte perché io perdo la vita in modo degno, orgoglioso e generoso nei confronti della mia patria Troia e di coloro che vi abitano; muoio come ogni vorrebbe morire, scendendo nell'Ade consapevole aver agito nel modo migliore, senza vergogna né peccato.
 Poiché io ho difeso i miei cari con tutte le mie forza, come quando ho combattuto contro il possente Aiace, torre degli Achei; o quando ho portato i miei sotto le mura di difesa del campo acheo sfiorando la vittoria che ci è stata tolta per volere degli dei e non degli uomini e contro gli dei nessun mortale può vincere.
 Ma spero che tu, figlio mio, cresca come me in salute e virtù e che Troia sia sorretta da te come lo è stata da me; per questo prego gli dei che un giorno, tornando da tua madre dopo una battaglia la gente possa dire: "È molto più forte del padre".
 E anche tu, cara moglie, sappi che io soffrirò per te nel caso in cui Troia cadrà, sapendo che sarai portata via da qualche principe acheo e vivrai come una schiava in una reggia della Grecia; tu però non piangere, ma ricordati di me quando sarò morto.
 Infine, caro padre, io devo tutto a te e a Ecuba, mi avete sempre istruito e sostenuto in modo che io sono diventato in grande eroe; vi chiedo solo di rendermi omaggio con una degna celebrazione funebre e, anche se vi piangerà il cuore nel vedere un altro dei vostri figli morire, vorrei che siate consapevoli che vostro figlio è morto ed è stato onorato da tutti per il suo coraggio e la sua generosità.
 Con questa lettera vi lascio e spero di rincontrarvi nell'Ade il giorno in cui anche voi scenderete in esso.
 Il vostro Ettore, elmo lucente e protettore di Troia

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