Polifemo
Era una tranquilla giornata quando, a un tratto, arrivarono quegli strani esseri molto bassi e con due occhi.
Il nostro padrone non c'era perché aveva portato una parte di noi al pascolo. Questi mostri parlavano un po' strano, ma sono riuscita ugualmente a capirli; ci volevano rapire per portarci sulle loro barche.
Giunta sera arrivò il nostro padrone, si spaventarono e si nascosero in fondo alla caverna. Come ogni sera, il nostro signore chiuse la caverna con un sasso gigantesco e iniziò a mungerci.
Quando ebbe finito, accese il fuoco e, dopo aver scorto con il suo imponente occhio gli intrusi, chiese loro cosa volessero; ma questi erano talmente spaventati da non riuscire a parlare. A un tratto si fece avanti uno di loro, forse il capo, e spiegò che erano Achei e pregarono il ciclope di ospitarli. Questi per tutta risposta prese due mostri e li mangiò, mentre gli altri pregavano il loro dio Zeus. Il giorno dopo il Ciclope portò alcuni di noi tra i prati, mentre il capo acheo preparava un grosso tronco appuntito per accecare il padrone!
Giunto il crepuscolo Polifemo tornò e si comportò esattamente come la sera precedente ma, dopo che ebbe mangiato due Achei, il loro capo gli portò una strana bevanda che chiamava vino.
Il capo acheo disse di chiamarsi Nessuno e, quando Polifemo si addormentò, prese quel tronco appuntito e con l'aiuto dei compagni lo accecarono.
Subito il Ciclope, svegliatosi, gridò di dolore e uscì dalla caverna andando dai suoi amici, affermando che Nessuno lo aveva accecato.
Intanto gli Achei si legarono ognuno sotto tre di noi e scapparono, per tornare da dov'erano venuti.
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