Calipso
Io sono Calipso la dea.
Il mio nome è bellezza. È fecondità. È abbondanza.
Io sono colei che tra le ninfe è stata benedetta.
Dal mare infecondo emerge la mia terra come oasi lussureggiante.
Qui tutto è impregnato di dolcezza, profumo, esuberanza.
Nella grotta profonda è la mia casa. Profonda e accogliente come il grembo materno che ospiterà l'uomo di domani.
Come il fertile humus che darà vigore alla rigogliosa vigna.
Ma io sono Calipso l'inutile.
Calipso la sola.
Calipso la sterile.
Tu stesso, o messaggero degli dei, sei rimasto incantato da tutto ciò che io sono e ho.
Ma Ulisse l'umano,
Ulisse il vagabondo,
Ulisse il caparbio… lui no!!
Egli ha disprezzato la mia eterna giovinezza, la mia grazia, il mio canto.
Al mio telaio ha preferito quello di Penelope e di lei ha desiderato le rughe, le mani stanche, i capelli bianchi.
Io sono Calipso la maledetta.
Condannata alla solitudine in questo paradiso. Domani diventerà
il mio inferno.
Oh Ulisse!
Ulisse il sordo.
Ulisse lo spietato.
Ulisse l'ingannatore.
Che cali il sole su Ogigia e più non sorga.
Che l'ultima notte con Ulisse non abbia mai fine.
Che egli possa per sempre giacere con me.
Ma l'aurora è sorta.
La sento prima ancora di vederla.
Ecco, ora egli si alza.
Si veste.
Mette la tunica e il mantello.
Io mi vestirò della luce dell'amore… ancora per poco.
Indosserò il mio drappo più bello come se andassi in sposa.
Lo saluterò fingendo che sia solo per poco.
Oh Calipso.
Calipso che ne sarà di te… siederai da sola tu e il tuo dolore.
Tu e la tua bellezza.
Ecco il mare già lo nasconde, lo cela ai miei occhi.
Di te, Ulisse, a lungo si parlerà.
Le tue imprese per sempre verranno ricordate.
L'uomo mortale diviene così immortale e non per dono di una dea.
Dopo la tua partenza la nebbia e l'oblio ricadranno su di me.
Nessun aedo canterà della dea Calipso dopo la dipartita di Ulisse.
La dea immortale diviene così mortale.
Io, Ulisse, morirò perché nel tuo cuore non c'è vita per me: benedetto sia quel giorno.
Atlanta, però, a lungo la cercò e mai si rassegnò.
Inquieta chiede ancor oggi a chi per mare va: “Che ne è stato di Calipso dai riccioli belli?”.
»Torna all'elenco dei testi
»Torna all'elenco delle edizioni