Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
11ª edizione - (2008)

Un'esperienza di lettura dal libro "Gomorra" di Roberto Saviano

II libro di Saviano, Gomorra, tratta argomenti che definire scottanti è un eufemismo. Parlare di un'organizzazione mafiosa come la camorra in Italia, si sa, può costare caro, per la gravità degli argomenti di cui si tratta. Quindi non fatico a dire che in un libro del genere, in ogni capitolo, ho trovato almeno un fatto che mi ha colpito, e di fatti ne vengono raccontati molti. Penso che anche Saviano, come la camorra, abbia saputo aspettare il momento per colpire, raccontando tutta la propria esperienza in relazione a questo mondo criminale, che ottiene il controllo su tutto ciò che vuole dirigere, dominare. È incredibile, ad esempio, come il mercato delle stoffe, gestito dai Secondiglianesi, sia esteso a tutto il mondo e addirittura arrivi a vestire le star del cinema come Angelina Jolie; una persona, che non abbia letto questa esposizione del fatto, crede con certezza che dietro a questo commercio ci siano i produttori di vestiti autentici, invece il quadro descrittivo offerto dall'autore è quantomeno incredibile. È altresì imbarazzante che alcuni comuni dello stato italiano debbano essere addirittura sciolti per infiltrazione mafiosa all'interno delle cariche, anche se credo che non bisognerebbe fermarsi a questi piccoli comuni, ma bisognerebbe salire molto più in alto per portare alla luce il marcio che sporca questo Paese. Un Paese che è in mano alla mafia stessa, sia camorra, sacra corona unita, 'ndrangheta o cosa nostra. II libro di Saviano ha rafforzato la mia sfiducia verso Io stato italiano ma, sia ben chiaro, non verso le persone oneste come i poliziotti, che rischiano la vita tutti i giorni, specialmente a Napoli, in cambio di una paga da fame, ma in relazione alle persone che stanno più in alto, quelle che contano di più. Tutte queste persone hanno contatti con la mafia, o li hanno avuti, ne sono testimonianza tutte le inchieste aperte negli anni, che, puntualmente, appena si tocca qualcosa che scotta, vengono fermate e i processi vengono spesso insabbiati, addirittura si arriva all'eliminazione fisica, come accadde nel caso delle stragi all'inizio degli anni Novanta.
 Questi contatti tra politica e mafia sono attivi anche all'estero, come sottolinea Saviano, parlando del traffico di armi gestito dalle famiglie camorriste. Questo è uno dei punti, se non il punto, che mi ha lasciato di più a bocca aperta. Sentire parlare di famiglie, simili per altri versi alla mia, che trattano ed esportano armi nei paesi dove si combatte ancora la guerra, pensare a quanto potere hanno queste famiglie e alla loro spregiudicatezza è un fatto che mi lascia troppo attonito. E poi la ferocia, questa dimostrata nelle eterne lotte di potere tra clan rivali. I modi con cui vengono uccise le persone sono agghiaccianti (la mia fantasia non arriverebbe a tanto). Le logiche che stanno dietro a queste vendette sono tanto semplici quanto bestiali, e non c'è modo di sfuggirvi. Una volta che hai fatto il torto, o qualcosa che non va bene ai clan, anche se sei un affiliato il tuo destino è segnato.
 All'inizio della sua confessione, il famoso pentito di cosa nostra, Tommaso Buscetta, prospettò la fine futura del giudice Giovanni Falcone, parlandogli di un vero e proprio conto che la mafia avrebbe saldato prima o poi, con pazienza. Così come Falcone, anche Saviano, che denuncia così ampiamente e drasticamente tutto ciò che ha visto e vissuto negli anni, ha un conto aperto con la camorra, ne sono convinto. La sua è stata una scelta rischiosa, ma legata alla voglia di far conoscere la verità di un paese che sta morendo, in mezzo a una palude di giochi di potere, corruzione e morti ammazzati.
Saviano parla anche della scottante questione dei rifiuti, e là dove si fermano giornali e televisioni, lui apre gli occhi e racconta veramente come stanno le cose, narra del perché la gente ha così paura a lasciare riaprire le discariche, barricandosi per evitarlo. Scenari incredibili, una persona tendenzialmente potrebbe anche chiudere il libro, pensando che siano tutte invenzioni esagerate, ma purtroppo non è così, è il mondo reale in cui viviamo, e per fortuna è rimasto qualcuno che ha ancora il coraggio di non voltarsi dall'altra parte, di guardare le cose ed esporle, così come le ha viste, a tutta l'Italia.
 Un paese così bello, ma rovinato dai suoi stessi figli.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010