Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
11ª edizione - (2008)

La madre e il figlio Riflessioni su un'esperienza di vita

Venne alla luce senza troppe pretese in una fredda notte invernale. Non poteva sapere che la sua sarebbe stata una vita carica di responsabilità. Tredici anni dopo una giornata di marzo cambiò radicalmente tutto ciò che lui e sua madre avevano cercato faticosamente di costruire durante gli anni.
 Improvvisamente venne a mancare una persona molto cara, fondamentale: sua nonna. Senza di lei pensavano di non potercela fare. Fu a quel punto che entrambi si resero conto che la vita cambia in fretta, anzi, può cambiare in un istante. Una sera ci si siede a tavola e la vita che conoscevi è finita, ti restano solo offuscati ricordi di essa e quando ti rendi conto che non riesci più a ritornare alle tue vecchie abitudini capisci che ormai è ora di cambiare tutto. E difatti tutto cambiò. Dopo quella morte, improvvisamente, si erano ritrovati entrambi soli, spaventati e disorientati. E poi c'erano troppi ricordi, troppi fantasmi del passato, un passato doloroso pieno di eventi nefasti. Insomma poche certezze per il loro futuro. Decisero di trasferirsi, di cambiare radicalmente vita.

Già questo pensiero era balenato nella testa della madre al momento della nascita del figlio quando si era trovata da sola nel momento più importante e felice della sua vita. Quando il padre del suo piccolo morì, in un attimo, e la loro vita venne travolta da un dolore infinito. La loro felicità, coronata dal matrimonio, ma vissuta per soli sette mesi, venne stroncata, così, senza un vero motivo, da uno stupido incidente stradale, nel quale il padre venne senza colpa travolto; la sua vita venne stroncata in un instante. Tutta la famiglia pianse la sua scomparsa ma l'immenso dolore lasciato da questa morte venne in parte compensato da una nascita. La nascita del figlio da lui tanto desiderato e tanto atteso.

Proprio pensando al passato si faceva sempre più strada nella madre la decisione di cambiare, di dare un taglio netto alla sua vita e a quella di suo figlio, anche se a malincuore. Difatti dovette lasciare tutto quello che le era caro: parenti, amici, luoghi. Pensava però che era l'unica cosa che potesse salvare lei e suo figlio. Scelsero come destinazione Milano e in soli tre mesi organizzò da sola un trasloco.
 A Milano però non erano totalmente soli: persone molto care li avrebbero aiutati nei momenti di difficoltà. Alla fine riuscirono a trovare casa; per una volta sembrava finalmente che qualcosa andasse per il verso giusto. Non era una casa grande come quella che avevano nella loro vecchia città, ma era adatta alle loro esigenze. Il bambino cresceva e iniziava un altro ciclo di studi: il liceo. Anche lui era da solo, spaesato, sradicato dal suo vecchio mondo e immerso in una realtà totalmente diversa, alla quale con grande fatica si sarebbe dovuto abituare. Non aveva amici e non sapeva esprimersi correttamente in italiano. Ma le abitudini cambiano, si modificano; tutto sta nel sapersi adattare alla vita e alle sfide che essa ti lancia, anche se talvolta lo fa con tanta violenza. Allora al figlio, ormai diventato ragazzo, fu chiara una cosa: al mondo nessuno ti regala niente ma devi conquistare tutto da solo con fatica.
 Gli anni successivi riuscì a essere promosso anche se non proprio con voti brillanti…
 Il figlio oggi frequenta il terzo anno del liceo scientifico e rispetto agli altri anni può ritenersi soddisfatto dei risultati conseguiti. Anche la madre è riuscita a rifarsi una vita affiancandosi un compagno che fa sentire bene lei e suo figlio.
Oggi credo che questa possa considerasi una storia a lieto fine.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010