Gioia, euforia, voglia di vivere e di vita: alcune opere donano tutto questo
Sono convinto che esistano due tipi di libri, che si differenziano per il fine: da una parte esistono libri istruttivi che mirano a fornire nozioni, dall'altra stanno i libri che io chiamo emozionali, quelli nati da un profondo bisogno dello scrittore che trova conforto nella propria opera, che si lascia cullare dalle proprie parole e con quelle culla il lettore.
I libri didattici non sono meno validi o utili degli altri: molti li studiano sperando di trovarvi delle risposte. Altre persone cercano altri tipi di libri: costoro piangono nelle righe, le saltano e poi le rileggono, si fanno carico delle esperienze e delle avversità dei protagonisti; come a Leopardi anche a loro il naufragar è dolce in questo mare e, quando il libro inevitabilmente finisce, loro ne sono divenuti parte.
È questo il grande dono della lettura, della scrittura e dell'arte: rende bambini. È un filo tra immaginazione e realtà, tra il cuore dello spettatore e tutto il resto; è una magia che fa pregare, imprecare, piangere e ridere. Fa desiderare: arte è l'Inno alla gioia, che mi fa desiderare di esser nato duecento anni prima per poter assistere alla prima rappresentazione; immagino il pubblico che, seduto sulle proprie comode poltrone, dopo un'ora di magnifica musica, ascolta per la prima volta nella storia una poesia cantata in una sinfonia, una magnifica poesia, e dopo averla ascoltata si alza in piedi ed esplode in un applauso così fragoroso da far vibrare le pareti del teatro; immagino Beethoven quando, sordo e ignaro, viene fatto voltare verso la platea e diventa spettatore della passione che le sue note hanno acceso nel pubblico.
L'arte è Angelo, è Musa, ma soprattutto è Duende, quel Duende descritto e omaggiato da Garcia Lorca che solo uno spagnolo può davvero comprendere: fare arte significa danzare con il Duende, un demonio molto simile al daimon socratico e profondamente diverso dallo spirito cristiano; significa danzare con la Morte e sconfiggerla; significa respirare affannosamente, con le mani tremanti e i vestiti laceri.
L'arte fa emozionare: tanto nella Nona sinfonia quanto in Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse, nel Siddharta o nella Meglio gioventù, quando mi immedesimo nei personaggi e quando, seduto accanto al mio libro, vago anch'io nel mondo in cerca dell'amore, in cerca di me stesso, mi suicido, cresco e maturo.
Insieme a un libro divento me stesso, in ogni lettera e in ogni virgola successiva divento consapevole della mia natura.
L'arte è tristezza, è un Petrarca che misura solo et pensoso i più diserti campi. Non è destino dell'artista vivere permanentemente nello struggimento ma, sì, il destino dell'artista è ardere d'amore per almeno un giorno della propria vita e in quel giorno trovare rifugio soltanto nelle proprie poesie.
L'arte è amore, bellezza e timore. È timore quando guardo in quei neri occhi che sono stati dipinti da Francesco Hayez nella Meditazione; guardando in quegli occhi scorgo libertà e pudore: guardando quel capolavoro a me resta solo reverenza e timore. Così, le stesse sensazioni nascono davanti al Duomo di Milano o nella cattedrale di Nôtre Dame a Parigi; sino le stesse sensazioni che provo quando, inchinandomi, mi vengono in mente i Carmina Burana musicati da Carl Orff.
L'Angelo della bellezza mi costringe a innamorarmi dei rossi capelli dipinti da Sir Dicksee in Yseult e fa sì che Petrarca possa lodare Laura almeno una volta e che lui in quel momento benedica tutto di lei.
E l'arte è felicità; felicità ogni volta che ascolto Bach, ogni volta che seguo una musica che mi illumina d'immenso il cuore, ogni volta che vorrei urlare: "Ma quanto bello è questo pezzo!". E lo vorrei davvero ogni volta gridare, proprio come dice sempre la mia professoressa di italiano quando leggiamo la Divina Commedia. L'arte è felicità, è la gioia divina che ha concesso a San Francesco di dettare il Cantico delle creature; è allegrezza completa, quella che scalda il mio cuore ogni volta che vedo baciarsi gli amanti nei quadri Romeo e Giulietta e Il bacio.
L'arte è una dimensione astratta composta da sogni ed emozioni; l'arte è incanto; l'arte, attiva o passiva, per molti è tutto. Nella sua ricchezza l'arte (musica, lettura, cinema) non è tuttavia paragonabile solo a un'unica cosa: la vita stessa.
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