Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
1ª edizione - (1998)

Milano 31/01/1998

 L'ultimo libro che ho letto è stato il romanzo Di noi tre di Andrea De Carlo, conosco bene lo stile di questo autore perché ho letto tutti i suoi romanzi precedenti e credo che Di noi tre racchiuda in sé quegli aspetti caratteristici dello stile dell'autore. Questo romanzo è, a mio vedere, brillante e la caratterizzazione dei personaggi è senz'altro qualcosa di avvincente, i protagonisti sono tre e lo sono nel vero senso della parola: sia Misia che Marco che Livio mostrano nello stesso tempo autonomia ed incertezze proprie di ogni giovane che vive in una grande città come Milano e in ogni angolo del mondo. I protagonisti sono ragazzi comuni che cercano di impostare le loro vite seguendo vie alternative e, sono convinta che questo sia il grande sogno della maggior parte dei ragazzi come me, un sogno che spesso si rivela difficile da attuare ma non impossibile e questo romanzo lo dimostra chiaramente, prendiamo come esempio il ruolo importante che assume l'arte nelle vite dei tre personaggi: Misia è una restauratrice e nel suo lavoro ritrova un mondo che è tutto suo, come lo ritrova Livio nella pittura e Marco nel girare i suoi film. È abbastanza chiaro che questi ragazzi cercano di impostare le loro vite seguendo quei canoni in cui credono e, attraverso l'arte (intesa proprio nel più vasto dei suoi significati) riescono a trovare una via d'uscita concreta; i protagonisti del romanzo e, sempre più giovani nella nostra società, esprimono il meglio di loro stessi proprio perché in questo ambito possono esprimere più liberamente le proprie paure, i sentimenti o semplicemente pensieri. In una società come la nostra spesso si nega ai giovani una possibilità di questo genere e, l'esigenza di creare qualcosa di positivo nell'ambito della musica, del cinema come della pittura e della letteratura emerge e si fa sentire in modo evidente e vediamo ogni giorno come i giovani cerchino in qualche modo di farsi strada in un ambiente che non sempre gli è favorevole.
Nel libro sono evidenziati aspetti negativi propri del nostro paese, ad esempio vedere sempre le stesse facce dentro il televisore usato ormai solo come strumento di pilotaggio, la politica mischiata sempre più alla corruzione e così via: i giovani questi aspetti li vedono, non è vero che noi giovani non siamo interessati alle vicende politiche (come invece spesso leggo sui quotidiani) penso invece che la maggior parte dei giovani cerchi di allontanarsi da tutto ciò come può proprio perché quello che accade in questo senso non la coinvolge perché non fa parte del suo modo di vedere e giudicare il proprio mondo. Due "rifugi" possono essere costituiti dall'amore e dall'amicizia, non sono certo due ambiti della vita così semplici e, questo il romanzo lo mette chiaramente in luce, l'amicizia e l'amore sono i sentimenti al centro delle vicende e ancora di più lo è la poca distanza che talvolta intercorre tra l'uno e l'altra; Livio è chiaramente innamorato di quell'insolita ed "alternativa" ragazza che risulta essere Misia, eppure per tutta la vita sceglie di seguirla in un rapporto di pura amicizia, mentre il legame che si instaura tra Misia e Marco penso sia ben definibile entro i canoni dell'Amore Ideale, inteso come quella forma di amore che si prova forse una sola volta nella vita e lo si prova immediatamente, il primo sguardo tra Misia e Marco è rivelatore di strane energie tra i due, quasi fosse il passaggio di piccole scosse elettriche; questo tipo di amore è quindi ideale e spesso irrealizzabile che rimane come qualcosa di assoluto, anche una volta che se n'è andato via resta, magari dev'essere abbandonato per mille ragioni ma la cosa importante è che rimane presente ed assente, la persona amata diventa una stella lontana milioni di anni-luce eppure brilla di luce propria, spesso è oscurata proprio perché lontana, ma ogni volta che alzi il naso tra i palazzi grigi e silenziosi ed hai voglia di vederla, lei è sempre lì, una certezza nella vita incerta di ogni giorno. Mi piacerebbe precisare un aspetto interessante dell'amicizia che nel corso del romanzo lega i tre protagonisti: i nostri tre personaggi nel corso delle loro vite hanno preso talvolta strade ben diverse le une dalle altre e, per lunghi periodi di tempo non si sono tenuti nemmeno in contatto, eppure è sempre scattato qualcosa che ad un certo punto spingeva uno a cercare l'altro e viceversa. Questi ragazzi pur essendo indipendenti sentivano il peso del legame che c'era stato, proprio perché era qualcosa di estremamente profondo che non sarebbe venuto meno per nulla al mondo. L'amicizia vera è qualcosa di assoluto, proprio come il vero amore: nonostante tutti i problemi che possono sorgere negli ambiti diversi di ogni vita, l'amicizia è vittoriosa al di sopra di tutto, infatti nonostante Marco e Livio avessero litigato per gelosia nei confronti di Misia, ad un certo momento della loro non-comunicazione si sono resi conto che sarebbe stato stupido continuare da parte di entrambi perché la loro era un'amicizia che sarebbe durata comunque. Penso sia vero anche il fatto che sentimenti come l'amore e l'amicizia non si provano sempre in maniera così completa perché è molto difficile trovare le persone giuste con le quali condividere questi due sentimenti come realmente dovrebbero essere vissuti, nonostante ciò credo che l'amore e l'amicizia siano il grande specchio della personalità di un individuo. Questi due sentimenti emergono dunque quali capisaldi del romanzo, contornati naturalmente da tutto ciò che è Vita, a questo proposito vorrei citare l'esempio di Settimio Archi, per definire il quale basterebbe la seguente frase: egli è la personificazione di tutti quegli aspetti negativi che ormai assediano la vita di un essere umano nella società in cui viviamo.
Per spiegarmi meglio, egli ha sete insaziabile di successo, di guadagnare ed accumulare denaro in modo spropositato e questo è il suo unico scopo nella vita, non è mai soddisfatto di ciò che ha ottenuto perché vuole sempre di più, è arrivista e del tutto privo di contenuti profondi, la cosa preoccupante è che soggetti simili ci attorniano senza il minimo problema, siamo costretti ogni giorno ad avere a che fare con decine di Settimio Archi; possiamo notare dal romanzo che i tre protagonisti non devono convivere solo con lui ma con il prosieguo delle vicende anche loro avranno a che fare con altre persone esattamente come lui. Nella vita, almeno una volta si è costretti a scendere a compromessi pur non avendone voglia: lo ha fatto Misia sposando Thomas per riconoscenza, lo ha fatto Livio cercando di costruirsi una famiglia-tipo, lo ha fatto Marco per andare avanti con le produzioni dei suoi film. Prima ho definito i personaggi di De Carlo avvincenti perché nonostante una volta siano scesi al compromesso che la vita quasi ti impone, ad un certo punto si accorgono di aver abbandonato il loro ideale di partenza e non esitano a ribellarsi, a rompere tutto ciò che avevano creato ed in cui si sono accorti non aver mai creduto: infatti Misia abbandonerà tutto il lusso che Thomas le aveva offerto prendendo i suoi figli e scappando, Livio quasi senza esitazioni divorzia mentre Marco disdice un contratto che aveva già firmato con una grande società cinematografica.
Sono convinta del fatto che Misia Mistrani sia la figura del romanzo che appassiona maggiormente, non solo perché è l'unica figura femminile di maggior rilievo, attorno a Misia ruota l'intero straordinario gioco delle vite di questi ragazzi, Misia non è una ragazza comune, sicuramente dimostra di avere un temperamento molto forte e nello stesso tempo rivela in alcune circostanze le incertezze proprie di una ragazza che fin dall'adolescenza ha dovuto prendere la responsabilità di andare a vivere da sola in una città lontana da entrambi i genitori con anche il compito di accudire il fratello; Misia è una ragazza brillante ed indipendente anche se spesso instabile, instabile perché trascinata sempre da sensazioni diverse, il suo atteggiamento è costantemente imprevedibile, insomma è lo specchio di una persona reale, talvolta è bello per me immaginare che sia una ragazza vera che purtroppo non ho ancora conosciuto: Misia resterà per me un vero e proprio modello da raggiungere perché lei in quasi ogni situazione è Misia Mistrani e, il mio primo scopo nella vita è proprio quello di riuscire ad essere me stessa in ogni situazione. Ho scritto prima che Misia è se stessa in quasi ogni situazione e non in tutte perché soprattutto quando ha ricominciato ad assumere cocaina non solo non era lei stessa, infatti in questa occasione si è lasciata trascinare da ciò che tutti facevano e, in questo caso ha sbagliato ed i risultati negativi non si è tardato molto a vederli. Penso che quest'ultimo sia proprio l'unico "neo" nei comportamenti che hanno guidato Misia nel percorso della sua esistenza. In ogni situazione il singolo ha sempre il dovere di migliorarsi, anche se come accennavo prima, nella nostra società spesso ognuno è costretto a recitare una parte proprio come afferma Pirandello nelle sue opere, siccome ritengo che la visione di Pirandello sia tanto realista quanto un po' troppo pessimista, io cercherei di prendere spunto proprio da questi tre personaggi di De Carlo, i quali hanno sempre cercato di essere loro stessi e la maggior parte delle volte ci sono anche riusciti, segno questo che non è impossibile e tantomeno difficile, fare ciò vorrebbe dire fare già un gran bel passo in avanti perché ci sono troppi Settimio Archi che sono sempre in agguato pronti a sbranare(metaforicamente) chiunque arrivi.
Il finale di questo libro è altrettanto interessante, crea motivi di riflessione non indifferenti, tempo fa chiacchierando con una mia amica a proposito di questo libro ed in particolare della conclusione del romanzo, lei mi disse a cuore aperto: "Secondo me, Andrea De Carlo non sa trovare dei finali adatti ai suoi romanzi...". Io ho riflettuto molto su questa osservazione e sono giunta alla conclusione che probabilmente è vero che il finale di questo romanzo appare piuttosto vago, infatti l'unica certezza è che una volta riconcigliatisi definitivamente Livio e Marco decidono di dirigersi con l'auto ad Amsterdam che era l'ultimo luogo dove Misia nel suo girovagare era giunta; probabilmente un certo tipo di lettore si aspettava una fine sconvolgente come quella che l'autore scrisse ad esempio per Uto o, comunque qualcosa di più concreto.
Personalmente io mi sono fatta un'altra idea di questo finale: l'autore ha concluso in questo modo il suo romanzo per lasciare il resto al lettore, sinceramente intravedo qualcosa di estremamente positivo nella fine di questo libro, i patti sanciti all'inizio delle vicende sono stati rispettati da un'amicizia che è rimasta salda e sincera dall'inizio (l'unica bugia è stata quella di tenere nascosto a Livio ciò che c'era stato tra Misia e Marco), questi tre amici si ritroveranno a vivere in nome di quel legame che li ha uniti sin da ragazzi e penso che ciò sia inevitabile perché coloro che si trovano ad essere legati da una tale amicizia non possono vivere in modo del tutto indipendente gli uni dagli altri, è giusto che le vite di Misia, Marco e Livio siano per sempre intrecciate perché questo legame è nato così forte per durare in eterno. La mia opinione è questa, la mia amica la pensa in modo diverso e, non escludo che qualcuno abbia potuto vedere uno sfondo magari negativo nel finale del libro ed è normale che così accada. Per quanto mi riguarda concludo ringraziando Andrea De Carlo per tutti gli spunti di riflessione che ogni suo romanzo mi regala.
Spero che iniziative di questo genere si moltiplichino perché è importante dare a noi giovani la possibilità di esprimere ciò che pensiamo in modo del tutto libero e, spero che qualcosa cominci a muoversi anche all'esterno dell'ambito letterario.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010