La tavola periodica
Primo Levi, chimico, la tavola periodica, la sua vita. A ogni elemento è legato un episodio. In particolar modo mi ha colpito una storia che si chiama vanadio.
Primo lavora in un’azienda per vernici, è sorto un problema e ha dovuto contattare la persona incaricata della produzione del vanadio, che era il centro del problema. Questi si chiamava Müller. Notò che era lo stesso nome di uno dei medici di Auschwitz, allora dopo un po’ di tempo si fece coraggio e glielo chiese. Naturalmente lui rispose che era lui e dopo questa lettera partì una relazione d’amicizia tra i due. Primo voleva incontrarlo, lui rimandava sempre finché un giorno accettò.
Ma un paio di settimane prima non si fece più sentire. Qualche giorno prima dell’incontro la moglie gli scrive e gli comunica che il marito era morto. Questa secondo me è la più bella e significativa, perché quello che mi colpisce è che Levi, nonostante tutto, non provava rancore verso di lui. Levi era consapevole che Müller soffriva di più, perché doveva convivere con il rimorso di non aver fatto nulla per aiutarli o salvarli.
Un’altra cosa che mi ha colpito è stato come Levi sia rimasto male dalla morte di Müller, perché solo chi aveva provato o fatto quelle orribili cose avrebbe potuto capirli.
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