Esperienza di lettura
da Il profumo delle foglie di limone di Clara Sànchez
Credi alle apparenze?
Credi di essere al sicuro?
Conosci veramente chi ti è vicino?
La verità deve venire a galla…
Il profumo delle foglie di limone narra la vicenda di due protagonisti, le voci narranti del romanzo: Juliàn, un sopravvissuto del campo di concentramento di Mauthausen erede e testimone di «un passato che ormai non importava più a nessuno ma del quale non riuscivo a dimenticare neppure un giorno, un dettaglio, una faccia o un nome, anche se si trattava di un nome tedesco lungo e difficile» e Sandra, una ragazza di trent’anni, non ha un lavoro, ha litigato con i suoi genitori ed è incinta di un uomo che non è sicura di amare, è andata in vacanza a Costa Blanca, in Spagna, per cercare un po’ di serenità «ero arrivata lì con la valigia e la testa piena di confusione».
Durante la sua permanenza Sandra, a causa di un malore avuto sulla spiaggia, viene soccorsa da una coppia di adorabili vecchietti norvegesi, ed è qui che conosce Fredrik e Karin Christensen. Essi diventano subito per Sandra i nonni che non ha mai avuto, offrendole una buona amicizia e accogliendola nella loro grande e fiorita Villa Sol.
Juliàn è arrivato da Buenos Aires dopo aver ricevuto una lettera da un suo amico conosciuto durante la loro prigionia dove «i nostri scheletri fasciati dai cenci a righe» furono condannati a sopravvivere, non hanno mai dimenticato la sofferenza e le umiliazioni subite.
«Eravamo vittime, e le vittime e i perdenti non piacciono a nessuno».
Per questo motivo Juliàn insieme agli altri sopravvissuti si sono “arruolati” al Centro Memoria e Azione, con lo scopo di scovare i nazisti.
Allegata alla lettera inviata a Juliàn c’era anche una foto che ritraeva una giovane coppia di nazisti, riconosciuti per la loro ferocia tanto che il Reich concesse loro la Croce d’oro, un’alta onorificenza che il Reich concedeva ai suoi migliori soldati.
Juliàn sa bene che le persone non cambiano ed è intenzionato a fare finalmente giustizia: «L’ultima cosa che volevo era proprio che se ne andassero all’altro mondo, sfuggendo a me e al mio odio».
Ad aiutarlo nel suo lavoro sarà Sandra, che scoprirà molte cose e finalmente farà chiarezza nei suoi pensieri.
«Prima di conoscere Karin non mi sarebbe mai venuto in mente che il male finge sempre di fare il bene. Karin fingeva sempre di fare il bene, ed evidentemente lo aveva fatto anche quando uccideva o aiutava a uccidere degli innocenti. Il male non sa cosa sia il male finché qualcuno non gli strappa la maschera del bene».
Il profumo delle foglie di limone affronta un tema che continua a suscitare grande attenzione perché, come scriveva Primo Levi, «Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre». Tutto questo affinché quanto è accaduto non ritorni.
Tuttavia, quello della Sànchez non vuol essere un libro di memorie sulla Shoah ma piuttosto una fonte di spunti per eventuali approfondimenti successivi.
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