Campagna romana
Campagna romana o Meriggio di Umberto Boccioni, pittore italiano della fine dell’Ottocento è la sua prima opera, creata nel 1903.
Mi piace questo paesaggio, perché è molto semplice e sobrio. L’artista non ha messo in gioco tante parti ma solo il luogo con un unico soggetto. Anche se la raffigurazione non è molto definita, è un quadro che va osservato da una certa lontananza per creare la realtà. Questa è una cosa molto difficile da sviluppare che sicuramente va valorizzata.
Il quadro ci racconta un giorno d’inizio primavera dove una vacca dal manto brunastro, molto sfumato nelle curve del corpo, pascola tranquilla e sola in un campo che prende colorazioni molto luminose a causa della luce solare che ci regala un verde, un giallo e un marrone con dei piccoli fiori bianchi, che più sono vicini e più sono grandi, più sono lontani e più sono piccoli e concentrati tra loro. Il soggetto, la vacca, non è l’unico elemento a rimanere tranquillo e solo, ma anche il paesaggio stesso. In lontananza uno steccato ma nessuna grande figura oltre agli alberi e delle colline.
La tela raffigura quello che Boccioni voleva esprimere: la campagna, infatti non dipinge il cielo, solo il prato con l’animale. Se il quadro prendesse vita, ci sarebbero degli elementi in movimento come la coda della vacca e il rumore dell’erba strappata. Nell’aria si sentirebbe un leggero vento che muove i lunghi fili d’erba, creando un effetto molto confuso nel prato. Come sottofondo ci sarebbero i grilli che con i loro friniti danno l’idea della leggerezza e della naturalità presente in natura.
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