Il sognatore
Sogni. Nessuno riesce a smettere di sognare.
Questa parola è utilizzata come sinonimo di bellezza, di meraviglia, di splendore, d’incanto e anche di speranza.
Tuttavia a volte queste visioni sono talmente sgradevoli e inverosimili da sembrare illusioni e allucinazioni. Allora in casi simili si preferisce smettere d’immaginare. Si ha il timore di vedere immagini differenti, le quali a volte rappresentano delle realtà a cui non si vuole assistere.
Ma non essendo tutti uguali, vi sono degli individui che abbracciano tutte le possibili verità esistenti senza paura.
Ambra è una ragazza educata e gentile. Inoltre è proprio una brava studentessa: s’impegna e ha un comportamento adeguato e corretto, come scrivono i professori sulla pagella.
Durante il tempo libero legge e ascolta un po’ di musica. È una sedicenne piuttosto introversa e quindi esce raramente con i suoi amici, se non con quelli più cari.
Ma non è stato sempre così.
Quando era piccola sorrideva sempre e generava gioia in chiunque la guardasse.
Gli abitanti del suo paese la rappresentavano come una fanciulla luminosa e solare, tanto da soprannominarla: la Cinciallegra.
Ormai però non la chiama più nessuno con tale appellativo.
All’età di sei anni simile pseudonimo si perse così come lo sguardo vivace e sincero di Ambra.
È stata una questione di pochi minuti. Un momento prima i suoi occhi stavano seguendo la palla colorata con cui avevano sempre giocato e poco dopo si ritrovarono immersi in un buio incessante.
Il sorriso di Ambra era svanito insieme alla sua vista e a quella macchina rossa targata FE 552 YG.
Da allora questa adolescente non ha più visto neanche un raggio di sole che potesse alleviare il peso dell’oscurità di cui è succube.
Almeno non aveva ancora…
Era un giorno come tanti altri. Ambra si era svegliata la mattina per andare a scuola.
Dopo essersi messa una felpa con il nome del proprio liceo e un paio di jeans, era andata in cucina per fare colazione.
Sua mamma Eleonora stava riscaldando il latte, mentre suo fratello Andrea giocava con i cereali nella tazza.
Appena Simone vide sua figlia aprire la porta, la salutò augurandole una buona giornata.
Ambra ricambiò l’augurio e si sedette a tavola. Eleonora le baciò la fronte e pose la tazza calda e fumante sulla tavola.
Dopo avere finito tutte le fette biscottate con la marmellata, la giovine si avviò verso la scuola.
Una volta entrata in classe, incontrò le sue amiche Marta e Denise. Loro tre erano state amiche da sempre. Condividevano tutto: dalle novità su Davide Oldani, il ragazzo più popolare della scuola ai panini a merenda. Insomma erano comuni adolescenti, le quali però davano tutto l’una per l’altra.
Successivamente al suono della campanella, Ambra aveva percorso il tragitto dalla scuola con loro e poi si erano salutate.
Nel pomeriggio aveva continuato a leggere Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway e si era addormentata con il libro ancora fra le mani.
Quella notte la luna splendeva alta nel cielo notturno e un vento lieve faceva danzare le foglie al suo ritmo.
Ambra dormiva profondamente con la coperta azzurra che la teneva al caldo.
Saranno state le due di notte, quando la fanciulla ebbe il suo primo sogno dopo tanti anni.
Nell’oscurità della sua mente apparve un ragazzo alquanto insolito. Aveva i capelli lunghi e dorati e portava una tunica turchese. Era scalzo e muoveva la mano in segno di saluto.
Fece un inchino e si presentò come il Sognatore. Inoltre disse di voler aiutare Ambra a vedere di nuovo.
La ragazza era sbigottita. Come avrebbe potuto un individuo così bizzarro essere capace di restituirle la vista?
Allora il Sognatore avvertendo la titubanza nel suo animo, decise di mostrarle le proprie abilità.
In un attimo Ambra si ritrovò a bordo di una barca a vela.
Il sole stava per immergersi nell’acqua salata. Il mare era calmo e rossastro, pronto a riceve il sole.
Il cielo fungeva da cornice del dipinto e l’azzurro chiaro nella parte alta del quadro rifiniva l’opera.
La ragazza navigava sopra la tempera, come un pennello che traccia delle linee sulla carta bianca.
Ambra si sentiva sprofondare nelle variegate sfumature. Provava delle emozioni indescrivibili e dai suoi occhi defluivano lacrime più salate del mare stesso.
Il Sognatore allora le disse di nuovo: «Lascia che ti mostri il mondo in cui vivi».
Questa volta la sedicenne non mise più in dubbio le sue parole e annuì ringraziandolo.
Al suo risveglio Ambra si sentiva diversa e il nero che aveva in sé si era attenuato.
Dopo esser uscita di casa poteva vedere, per quanto sembrasse strano per lei, il mondo in modo differente. Ora riusciva a ricordare come si presentasse veramente il sole, i suoi colori, la sua forma e quanto fosse splendente.
Ogni volta che rivedeva l’immagine del tramonto del suo sogno le sue labbra si piegavano in un sorriso e si riempiva di gioia.
Si potrebbe dire che Ambra stesse riconquistando il proprio soprannome.
Quasi ogni notte il Sognatore appariva nella sua mente e le mostrava nuove immagini ogni volta.
Tra queste la ragazza ne aveva alcune favorite, come quella degli aquiloni per esempio.
La fanciulla era sdraiata sull’erba verde e stava ammirando il cielo limpido.
Neanche una nuvola lo stava attraversando in quel momento. Solo degli aquiloni aggiungevano delle macchie accese allo sfondo unicolore.
Ambra le ammirava dal basso con il sorriso sul volto. Avrebbe voluto rincorrerli e volare via con loro, ma si limitò a guardarli per godersi il sogno.
Ogni mattina la fanciulla era sempre di buon umore e questo cambiamento era visto dai più cari intorno a lei, ma anche dagli abitanti del suo paese. Tanti dicevano sollevati: «La nostra Cinciallegra è tornata!».
La ragazza infatti da quando aveva incontrato il Sognatore era diventata più estroversa e non cercava più di nascondersi, soprattutto i suoi occhi, ma si sentiva maggiormente fiera di sé stessa.
Si presentava pronta ad abbracciare completamente chi era per così com’era.
Un mercoledì notte il ragazzo dai lunghi capelli biondi la chiamò nel sonno e le disse che aveva bisogno di parlare con lei.
La ragazza acconsentì ad ascoltarlo, notando che il Sognatore aveva un tono stranamente serio.
Egli allora incominciò a parlare: «Ambra fino ad adesso ti ho mostrato soltanto rappresentazioni positive della realtà. Tuttavia devi sapere che esistono anche gli incubi oltre ai sogni. Non sono sicuro che tu possa sopportare queste verità, per questo ti domando: “Ti senti pronta?”».
La giovine ci rifletté a lungo. Poi giunse a una conclusione e gli rispose: «Se io rifiutassi la tua proposta sarebbe come rinunciare a vedere il mondo in tutte le sue sfaccettature. Ho tenuto gli occhi chiusi per troppo tempo. Ora che finalmente possono ammirare, voglio che vedano tutto, senza porsi dei vincoli».
Il Sognatore, lieto della sua decisione ma allo stesso tempo un po’ preoccupato, le mostrò una veridicità avversa.
Ambra si ritrovò in una città deserta. Nuvole di fumo di un grigio molto intenso coprivano il cielo, come se egli stesso si rifiutasse di guardare verso il basso.
L’aria era irrespirabile. Un orrido fetore di bruciato riempiva i polmoni. Si udivano dei rimbombi e delle esplosioni in lontananza. Ogni minimo colpo risuonava dentro Ambra.
La ragazza si guardava intorno. Quanto avrebbe voluto coprirsi gli occhi in quel momento, ma non lo fece. Aveva promesso di non farlo.
Tuttavia la tentazione era molto forte. La Cinciallegra stava tremando. Le sue zampe piccole e gracili non riuscivano a sopportare il peso di tanta distruzione.
Ambra chiese al Sognatore cosa rappresentasse quella visione ed egli replicò con il termine «guerra o morte».
Le due parole condividevano lo stesso significato: la fine della vita.
La ragazza in parte era capace di intendere tale espressione. Perdere la vista per lei aveva rappresentato la privazione di gran parte della propria vita.
Prima di conoscere il Sognatore aveva sempre vissuto in modo parziale. Invidiava chiunque fosse intorno a sé. Avrebbe dato di tutto pur di poter vedere ancora.
Secondo lei la vista è il senso più importante. Prima di tutto permette di definire qualcosa.
Quando si determina un oggetto chiamandolo per nome, la prima azione che si compie è visualizzare nella propria mente tale oggetto.
Ciò nonostante non poteva capire la parola morte nella sua completezza. Tuttavia sapeva per certo che in quel momento si sentiva alquanto priva di energie.
Così chiese al Sognatore di interrompere la visione e così lui fece.
Passò un lungo periodo di silenzio e poi Ambra gli disse di lasciarla da sola per un po’ di tempo.
Il ragazzo aveva una espressione di rammarico sul volto. Tuttavia esaudì la sua richiesta e svanì.
La fanciulla si rannicchiò nel proprio letto, portandosi le ginocchia al petto. Appena si ricordava la visione della guerra il suo corpo s’irrigidiva e non cessava di sussultare.
Voleva tanto dimenticare l’odore, i tumulti, i colori e le forti sensazioni che aveva provato, ma non ne aveva la forza.
Il giorno dopo Ambra non andò a scuola: era troppo scossa dall’incubo che aveva avuto.
Sua madre allora bussò alla porta della sua stanza e le chiese il motivo per cui si sentisse male.
La figlia le raccontò del suo sogno. Come risposta Eleonora le mise una mano sulla spalla e le disse: «Ambra. Come esistono meraviglie nel mondo, sono presenti anche realtà sgradevoli. Tuttavia non possiamo concentrare il nostro sguardo solo sulle visioni negative. Tra il bianco e il nero esistono anche altre sfumature di colore. Sta a noi essere il pittore che utilizza i colori giusti affinché il nostro quadro diventi un capolavoro».
Dopo che la madre uscì dalla stanza, Ambra ripensò alle parole della madre.
Eleonora aveva tanti difetti, ma la saggezza non era uno di quelli.
La notte stessa la ragazza chiamò il Sognatore e prima di tutto si scusò per il proprio comportamento. Si era resa conto di averlo offeso e sentiva che delle scuse fossero d’obbligo.
Il Sognatore le accettò molto volentieri e si discolpò a sua volta.
Successivamente Ambra lo ringraziò con tutta sé stessa. Quell’individuo alquanto strambo non solo le aveva mostrato il mondo attraverso gli occhi di un sognatore, ma le aveva concesso di osservare la realtà sotto diversi punti di vista.
All’adolescente che non era capace di vedere era stata rivelata un’esistenza sotto molteplici prospettive.
Ancora oggi il Sognatore condivide le proprie visioni con Ambra e le insegna ogni giorno a scegliere i colori adeguati per dipingere il quadro della sua vita.
»Torna all'elenco dei testi
»Torna all'elenco delle edizioni