Il venditore di bolle di sapone
di Ilaria De Vecchi
Finalista
Egli sedeva all’ombra di un grande albero fiorito vicino al mare la prima volta che lo vidi, in un caldo pomeriggio estivo.
Sembrava scrutare l’orizzonte alla ricerca di qualcosa, o di qualcuno, forse del vero significato della vita, forse dell’amore perduto.
Ogni tanto guardava le persone che gli passavano accanto, come se riuscisse a osservare la loro anima, come se facesse proprie le loro storie, come se la sua stessa vita dipendesse da questo.
Sedeva in silenzio, ignorato dal mondo, ai suoi piedi una bacinella colma d’acqua cangiante.
Era divertente passare il tempo così, a fissarlo da lontano, a notare come le sue rughe fossero tanto simili a una pesante rete da pesca, ad accorgersi delle sue mani callose che si ingarbugliavano a formare nodi grassocci, seguendo un complicato schema infinito, come fanno certi bambini.
I suoi occhi chiari parevano eterni, pozzi di conoscenza che sarebbero stati in grado di rispondere a ogni domanda, per quanto strana e impensabile.
E così, sul fare del tramonto, andai da lui.
«Cos’hai lì?» chiesi, la piccola mano puntata verso il liquido nella tinozza.
«Quello che vendo».
«E cosa vendi?»
«Tutti i colori del mondo», rispose.
La sua voce non era rauca come mi sarei aspettata, anzi, sembrava quasi che fosse rimasta indifferente al tempo, che aveva invece così duramente colpito il resto di lui.
«Anche il colore del mare?»
«Anche quello».
«E quelli dei fiori? Anche i colori dei fiori?»
«Anche quello del fiore più esotico e raro».
«Anche il mio, di colore?»
«Anche il tuo».
«Perché il mare è blu?»
«Perché è cielo liquido.»
«Perché i fiori son tutti di colori diversi?»
«Perché son figli dell’arcobaleno».
«Ma qual è il mio colore? Tu che sai tutto, sei in grado di dirmi anche questo?»
«Tutti i colori del mondo, sono il tuo colore, bimba mia».
«Ma quindi ci sono io nella vaschetta? Ma come? Eppure io sono qui!»
«Certo, anche tu, anche io, tutti siamo qui dentro».
Il tramonto ormai tingeva l’aria del color dei fiori di liquirizia.
«Andiamo, si è fatto tardi», disse il vecchio.
Lo presi per mano, come se ci conoscessimo da sempre e andammo incontro alla sera, lasciando alle nostre spalle solo silenzio e mille bolle di sapone di tutti i colori del mondo.
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