L’uomo della notte
di Francesco Vianelli
Finalista
Franz si infilò il suo pigiama a strisce blue e bianche, poi andò in bagno. Le piastrelle color quarzo erano fredde sotto le piante dei piedi nude. Avrebbe dovuto mettere le pantofole. Prese lo spazzolino, ci mise sopra il dentifricio, lo bagnò e iniziò a sfregare. Dopo pochi minuti sputò la schiuma profumata di menta nel lavandino. Si risciacquò la bocca. Uscì dal bagno e in pochi passi si ritrovò in camera da letto. Le finestre aperte lasciavano entrare un gelido respiro. Franz fece per serrarle. Fu allora che lo notò.
In piedi nella notte. La luce giallastra dei lampioni illuminava metà della sua persona. Indossava un lungo impermeabile nero, sotto il quale si intravedevano due mocassini dello stesso colore. Un cappello di feltro gli riparava la testa dalla fredda brezza notturna. Il viso era celato dal buio. Lo osservava, immobile. Pareva un manichino. Subito Franz chiuse con forza la finestra e tirò violentemente le tende. Lui sapeva bene chi era l’uomo che lo stava scrutando. Oh, se lo sapeva. Era l’uomo della notte. Aveva pregato tanto perché non apparisse mai sotto casa sua. Aveva sperato. Sbirciò attraverso i tendaggi. Il signore era ancora là, le gambe un poco divaricate. Lo guardava. Franz si nascose sotto il davanzale.
Sudava. Era terrorizzato. E come se ciò non bastasse domani aveva un importante incontro di lavoro, e sarebbe dovuto apparire fresco e ben riposato. Sollecitato da questo pensiero si coricò nel letto. Ma il sonno non accennava ad arrivare. Il pensiero di quell’uomo, là fuori, che osservava proprio lui, non gli dava tregua.
Infine decise di alzarsi e andare in cucina. Preparò una tazza di camomilla calda. Magari lo avrebbe aiutato ad addormentarsi. Sorseggiò lentamente il liquido aromatico. Ma l’uomo rimaneva dov’era, nella sua testa e davanti alla sua abitazione. Tornò a guardare fuori. L’individuo era ancora dove lui l’aveva lasciato. Franz ebbe una crisi nervosa.
Iniziò a gridare e a prendere a calci il muro di casa. Pianse.
Poi si accucciò in un angolo, dove restò con gli occhi sbarrati fino alla comparsa del sole. Solo quando la luce iniziò a filtrare dalla finestra si azzardò a sbirciare fuori.
Un’altra notte era passata. E come ogni mattina, il signore era scomparso. Franz era molto stanco. Si mise sotto le coperte. Pazienza. Sarebbe andato all’importante appuntamento di lavoro l’indomani.
Ora doveva dormire, o quella notte non avrebbe rivisto l’uomo. Lui voleva rivedere l’uomo.
La porta della sua stanza cigolò e si aprì. L’infermiera dell’ospedale psichiatrico Beelitz-Heilstätten di Berlino si accorse che il paziente si era addormentato. Appoggiò la colazione sul comodino. Dopodiché uscì e si diresse alla camera successiva.
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