Sogno (I)
Verde cerchio
nella grigia cantina
in fondo a corridoi
annegati nella polvere.
Pulsa e mi chiama.
È il ricordo lontano
eco di vita
tenero bisbiglio.
Si sente una voce
tenue tenue
raccolta
nella luce ovattata
che protegge la stanza.
Poi un piccolo grido
spezza
il canto del cuore.
Maree di lacrime
e di parole non dette.
Errori come vetri rotti
tatuati negli occhi.
Ricordi improvvisi
allagano la casa
dalla cantina alla mansarda.
Rimane solo sale,
radici velenose,
croste e rimpianti.
Odore di abbandono,
la culla cigola acida
sola, con il piccolo
che prima strillava.
I piccoli polmoni,
rinsecchiti dal sale,
non spingono più aria.
Il tondo volto è scheletrico,
putrefatto.
Nemmeno sta notte
il sole è passato.
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