Racconto ispirato alla foto In treno di Henri Cartier-Bresson
Un manoscritto del ragazzo che racchiude i pensieri e i ricordi di quella che sarà la sua ultima settimana.
“La città è ormai lontana e sono qui sul treno, sono vivo e ho ancora lei vicino, accucciata sul sedile, almeno lei è innocente, lei che non sa nulla di quello che combino, io invece ho rovinato tutto, come ho potuto?
Spero non mi faccia domande, io non le dirò bugie sul perché le ho chiesto di partire senza dirlo a nessuno, perché penso per tutti e due che ho sempre pensato per uno.
Così ieri le ho chiesto di partire, correndole incontro con i biglietti già in tasca per la primo treno in partenza, partiamo, tutto la diverte, ride, io la sto a guardare, pensando solo le sia andata male.
Il sole splende, percorriamo le strade tra fichi d’India e arance di Sicilia, ci sistemiamo fuori città, una piccola casa in pietra isolata da tutto, sembra un tuffo in una favola, lei se ne innamora, io penso sia un bel modo per un uomo di passare la sua ultima settimana.
Passati i primi giorni non penso nemmeno più a scappare, non le dico mai di no qualsiasi cosa voglia fare, il mare, le cene, i locali di notte e le strade di giorno, lei così viva e bella e io dentro morto, più mi accorgevo di quanto era bello averla e più si avvicinava il momento di perderla, ma ormai era tardi, troppo tardi per me e per lei, domani sarò a Milano, per dirgli che non ce l’ho fatta, che non ho i soldi, per prendermi due colpi e pareggiare i conti, in cerchio sopra di me i loro volti, mentre è a te che penso, mentre crepo e vado all’inferno”.
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