Un’esperienza di lettura
Eccoci. Prima pagina di 752.
Il famoso Rouge et Le Noir di Stendhal, uno dei libri colossi della letteratura francese. Un libro pieno di interpretazioni diverse. Ma chi me lo faceva fare?
Giusto, il nostro professore di francese. Mi ricordo che ci diede, un bel lunedì mattina nella nostra ora di francese dalle undici a mezzogiorno, una lista di libri da leggere durante le vacanza in cui avevo programmato di andare a Londra per la prima volta con mia mamma. In quella lista c’erano molti libri poco lunghi che avrebbero richiesto poco sforzo ma io scelsi il più lungo di tutti. Forse essendo all’inizio dell’anno e il prof di francese era un nuovo docente, lo scelsi per fare bella figura ai suoi occhi. Solo io lo scelsi. I ragazzi della mia classe fecero la lotta per accaparrasi i libri più brevi.
Giunto il momento di partire per Londra non avevo ancora iniziato a leggere il libro, il che era un male perché nella mia settimana a Londra avrei anche seguito un corso di inglese. Per questo ero davvero scocciata dal fatto di dover leggere un libro così lungo in sole due settimane ed ero alquanto scocciata dalla lentezza di questo libro.
Lo incominciai un sabato sera, quando di solito la gente esce. Io invece ero rinchiusa in casa con una coperta sulla pancia, una tazza di thé in mano a leggermi il libro.
A essere sincera, mi addormentai dopo poche pagine.
Stendhal sarà pure stato un maestro della letteratura francese ma Rouge et le Noir non ci risparmia certo le sue descrizione lunghe cinquecento pagine.
Successe così per un paio di sere.
Piano piano ogni sera mi addormentavo sempre meno.
Andando avanti ho iniziato a farci l’abitudine alle sue numerose descrizioni, e piano piano ho quasi iniziato a trovarle gradevoli.
La storia è alquanto tormentata e gira intorno a questo ragazzo, Julien, che usa il nuovo fascino da ragazzo intellettuale per scalare le classi sociali. All’inizio insegna ai bambini del sindaco della città di Verrières, presto però si innamorerà della moglie del sindaco, la signora de Renal e verrà cacciato. Verrà mandato a fare un seminario dove riuscirà a farsi amicizie potenti e per questo riuscirà a diventare segretario di un marchese di Parigi. Si innamorerà però della figlia, Mathilde, di questo marchese. La metterà anche incinta e Mathilde andrà contro tutti per avere l’accordo del padre. A causa di una lettera mandata dalla signora de Renal, il marchese non diede mai l’accordo per l’unione di sua figlia con un povero segretario. Julien andò a uccidere la signora de Renal per questo motivo. Non ci riuscì e venne processato. Durante il processo capì di essere ancora innamorato della signora de Renal. Julien viene condannato alla ghigliottina. Alla sua morte Mathilde recupera la sua testa e, prima di seppellirla, la bacia, emulando la vicenda eroica e romantica del suo avo Bonifazio de la Mole e della sua amante, da lei idolatrati. Madame de Rênal morirà invece di disperazione tre giorni dopo.
Avendo finito il libro non capivo davvero il senso di raccontare una storia all’apparenza semplice in ottocento pagine. Andando avanti con i giorni ho capito che quello che Stendhal voleva comunicarci è che non sempre l’amore riesce a vincere su tutto, anzi non vince proprio su niente. Forse siamo noi che pensiamo che l’amore riesce a vincere su tutto ma questo libro ci fa capire che tutto ciò è solo una grande illusione. Persone pronte a tutto pur di non rinunciare al loro amore vengono fregate in una società in cui non ci sono valori. Il tema è al centro del libro essendo un romanzo romantico.
Parla inoltre della corruzione politica e della povertà dell’epoca. Si ispira anche ad avvenimenti dell’epoca per questo possiamo dire che è un romanzo realistico e autentico.
Perché ho scelto questo romanzo?
Essendo un concorso aperto soprattutto a licei italiani, ho voluto portare un po’ della letteratura francese mescolandola a quella italiana.
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