Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
19ª edizione - (2016)

Universi paralleli

Sono qui per narrarvi una storia, una storia che parla di Giorgio Bardi. Egli visse una vita normale. Ma un evento straordinario accadde nella sua normale vita.
Torno un attimo al 1979, quando il nostro protagonista aveva quattordici anni…
Rudolf Evil, compagno di classe di Giorgio, durante l’intervallo si avvicinò a quest’ultimo e gli diede una spinta; non si sapeva il motivo di tanta arroganza: gelosia… cattiveria… forse aveva subito un torto… quello che si sapeva era che Evil odiava il nostro ragazzino, che ogni giorno o veniva spinto e cadeva, o veniva preso in giro. Tutto questo continuò per circa tre anni, ovvero finché l’antagonista non cambiò classe a causa di una bocciatura. Adesso che ci penso si odiavano a vicenda, l’un l’altro in egual modo.

Ma dentro a un atomo di ossigeno vi era un universo, un universo parallelo, che chiameremo per comodità «B», in cui Giorgio crebbe senza vicende straordinarie di bullismo, infatti Rudolf nacque in una città completamente diversa da quella del ragazzo, che però aveva problemi economici.
Ma in una nuvolosa giornata di inizio inverno Evil si trasferì, proprio nella città del protagonista. «Che sfortuna!» direte… ma se continuate a leggere capirete che in realtà si è trattata di fortuna vera e propria (se proprio si vuole essere superstiziosi la possiamo mettere così…).

Torniamo nell’universo A che, a guardare bene, era anche esso dentro un atomo di ossigeno.
Destino volle che i due si rincontrassero in università: «Forse abbiamo iniziato con il piede sbagliato… vorrei passare il tempo della laurea in modo un po’ più allegro, senza liti e senza il pensiero tormentante che qualcuno mi odi» disse apparentemente pentito Evil, che fece un sorriso da falso non appena Giorgio confermò di essere d’accordo con lui.
Giorgio iniziò l’ultimo passo per la laurea un anno in ritardo a causa del lavoro annuo in pasticceria, che dovette fare per pagarsi gli studi, quindi i due frequentavano le stesse lezioni.
Bardi non era ingenuo, era un ventenne vissuto, aveva capito la falsità che possedeva il suo ritrovato compagno. Infatti quel giorno…
«Professore! Questo individuo mi ha appena insultato!» disse con voce sgarbata l’antagonista indicando Giorgio, che dallo spavento improvviso stette in silenzio con gli occhi sbarrati.
«Giochiamo a fare i bambini dell’asilo, signor Bardi?» disse alzando la voce il professore.
«Veramente io…»
«Non voglio saperne nulla! !» ribatté il prof. soffocando il tentativo di Giorgio di giustificarsi.
Il ventenne accusato rimase a muso lungo per un’ora intera fino a quando non passò per la sua testa un’idea, una vera e propria illuminazione… questa non solo fece tornare il sorriso al ragazzo ma scatenò una piccola «discussione»…
«Cos’è quel sorriso perfido! ?» urlò tutto d’un tratto il prof. un po’ alterato.
Il nostro protagonista si pentì di aver mostrato le sue emozioni mentre era in prima fila.
«Sto aspettando signorino» fece il professore spazientito.
«Non era niente di importante» ribatté Giorgio, maledicendo Rudolf.
Il docente fece andare entrambi dall’esimio Rettore per chiarire la situazione.
Alla fine si dimostrò che colui che era in torto era Rudolf, che fuori da scuola diede un pugno sul naso a Bardi; quest’ultimo semplicemente lo dichiarò ai docenti e quindi il cattivo fu sospeso.
Quattro anni dopo il nostro protagonista si laureò, mentre Evil rimase senza titolo a causa dell’insuccesso nell’ultimo esame fatto, quello decisivo, e per comportamento scorretto. L’illuminazione di Giorgio, quel giorno in aula durante la lezione, era consistita proprio in questo: nel pensiero soave che Rudolf non superava gli esami di fine anno – e così andò. Infatti il cattivo tornò a casa con le mani vuote e, furioso, decise di non continuare la scuola e far andare avanti la ditta agricola del padre.

Contemporaneamente, nell’universo B, Bardi riuscì, nonostante i problemi economici molto grandi, ad andare all’università. Un giorno incrociò lo sguardo di Evil, anch’egli andato a studiare nello stesso posto, e gli sembrò un viso familiare nonostante non lo avesse mai visto.
Possibile che i ricordi dei noi dei diversi universi paralleli formino il noi originale?
Magari quando vediamo un viso e lo troviamo familiare anche se non lo avevamo mai visto, è in realtà un viso visto in un altro universo. Stesso discorso potrebbe valere per i sogni: magari qualche sogno è riferimento a un altro universo. Forse tutti i noi delle diverse dimensioni formano il nostro carattere, il carattere del noi prevalente sugli altri, colui che deve essere giudicato.
Tornando alla storia… i due si laurearono e andarono subito a lavorare. Rudolf anche in questo posto non era una persona giusta. Il buono seguì il destino e i suoi sogni, divenendo fisioterapista, famoso e ricco grazie alle sue imprese benefiche. Il cattivo, invece, nonostante la laurea non trovò lavoro e continuò il lavoro del padre, il contadino.

Anche nell’universo A Bardi diventò fisioterapista ed Evil contadino.
Ma visto che si raccoglie ciò che si ha seminato, sia in A che in B l’antagonista si ammalò a un piede e il raccolto non fruttava soldi.
In A il protagonista venne a sapere, tramite amici, della malattia del nemico e dei suoi problemi; andò da lui, gli diede dei soldi e gli curò il piede… andandosene con una frase: «Ricorda, non andrà mai bene finché non ammetterai i tuoi errori».
Quella frase illuminò il volto del cattivo… Quest’ultimo chiese scusa con una vocina stridula e sofferente, dato che era ancora a letto per riposare e riprendersi completamente.

Mentre in B… Giorgio venne chiamato da Evil per curarlo, fatto normale dato che la popolarità di Giorgio era alle stelle in paese. Prima che Bardi andasse, però, dei suoi amici gli raccontarono voci sgradevoli sul conto di Rudolf, voci su sue gesta, ma egli andò comunque a fare la visita, mettendo da parte i pregiudizi.
Il cattivo non avrebbe voluto farsi curare, voleva fare tutto da solo perché il suo orgoglio parlava: «Sono laureato! Non ho bisogno di nessuno se non me! Posso fare tutto da solo senza l’aiuto di nessuno! !».
Alla fine i parenti lo convinsero dopo tanto, tanto, ma proprio tanto tempo di discussione.
Appena visitato e dopo aver dato le istruzioni tipiche dei medici, Giorgio senza voltarsi disse: «Sai… io non ti conosco, ma vorrei comunque avvisarti che girano voci su di te abbastanza brutte. Io non ho voluto credere che un essere sia capace di quelle cattiverie. Ma qualcuno potrebbe crederci, quindi ti avviso».
Poi continuò: «Se hai veramente commesso quelle azioni il karma ti avrebbe dovuto tormentare tantissimo». (Per chi non lo sapesse, il karma è un concetto basato sull’azione-conseguenza, per cui azioni cattive ti ritornano indietro sotto forma di punizione, o al contrario con le buone azioni. Tradizionalmente qualcuno lo chiama effetto boomerang. In realtà, nel Buddismo è un concetto più ampio ).
Quello che Bardi non sapeva che le voci erano vere, e che Evil spalancò gli occhi ripensando alla sua vita, salutò con voce debole il dottore, lo ringraziò pure, mi sembra… ma penso che il dottor Giorgio fosse ormai fuori di casa.

Sia in A che in B Rudolf si pentì, e il raccolto riprese a dare frutto, e il karma non tormentò più Evil.

Il percorso sarà stato anche differente, ma il fine è sempre lo stesso in tutti gli universi, e colui che deve essere giudicato ha lo stesso giudizio per ogni lui di ciascun universo.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010