Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
19ª edizione - (2016)

Addio ai monti… prossimo venturo!

Ho sempre vissuto, come mio fratello, a Segrate, in provincia di Milano; la mia vita si è svolta lì e nei dintorni fino all’inizio delle scuole superiori, quando ho deciso di frequentare il liceo a Milano per «ampliare i miei orizzonti».-Frequentare una scuola negli Stati Uniti sarà un ulteriore ampliamento che vivrò tra qualche anno: questo sarà ben più duro, perché non solo la mia vita si sposterà sempre più lontano da casa, ma sarà così lontano che non riuscirò a vedere più in termini regolari i visi a me famigliari con cui condivido ogni momento della mia vita.-In questo momento, però, tutto ciò è solo un desiderio, una tentata predizione del futuro, ora il protagonista è mio fratello…-Ogni giorno a casa mia c’è qualcosa di nuovo: la parola che da Thomas si sente pronunciare più spesso è: «Novità?».-Lui, prontamente, ribatte con delle notizie sul suo futuro. Nonostante mio fratello preferisca, per natura, tenere per sé i suoi sentimenti e le sue emozioni, si può chiaramente notare il dispiacere che si imprime sul suo volto al solo pensiero di dover abbandonare ciò che ha e che si è costruito nel corso di questi anni di vita, per andare altrove e cercare qualcosa che qui, nella sua città, non può avere.-Proprio questo lo accomuna a un personaggio famoso della letteratura che, guarda caso, sto studiando a scuola, leggendo il romanzo manzoniano de I Promessi sposi, ovvero Lucia, nel suo celebre Addio ai monti: il desiderio di migliorarsi. In questo caso, però, l’allontanamento è volontario, mentre Lucia si trova improvvisamente sradicata dal suo mondo, per essere sbalzata in una vita che non le appartiene, senza che lei sia d’accordo, a causa di una precipitosa serie di avvenimenti impossibili da prevedere.-In tutto ciò, meno che mai si pensa ai sentimenti di chi resta, ma si vede tolta una parte della sua quotidianità, da quando è al mondo: una sorta di “Addio a Lucia” da parte dei monti (e chi vi abita…).-Mio fratello, in ogni giorno della mia vita, mi è stato accanto, è il mio compagno di giochi, di avventure, il mio migliore amico. Questo è l’ultimo anno in cui vivremo sotto lo stesso tetto; qui termina la sua adolescenza, affinché cominci la sua vita adulta, come un uccello che lascia il nido e vola via con il vento, ormai pronto ad affrontare la vita.-Non posso mentire: lo invidio molto! Uno dei miei desideri più grandi è quello di essere autonomo, e uscire di casa è il primo passo.-Un giorno toccherà anche a me e, allora, penserò a ciò che sto lasciando: mio padre e mia madre che faranno in modo che il mio viaggio avvenga, per il solo motivo che mi faccia essere felice, senza che a loro torni nulla in cambio, se non pura riconoscenza; la mia famiglia e i miei amici: compagni e accompagnatori per ogni tratto di strada percorso insieme; professori, educatori e allenatori: le mie guide che mi insegnano come vivere e sopravvivere al mondo, mi dirigono verso la conoscenza e la saggezza, insegnandomi a pensare e a riflettere. Inoltre, in volo su Milano, riguarderò indietro ai luoghi del mio passato, dall’alto cercherò il lago artificiale dell’Idroscalo, e poi lì, sì, lì vicino, la stazione! Il luogo dove ogni mia singola giornata inizia; con i treni che passano e che, per i precedenti cinque anni, hanno raffigurato il collegamento tra la scuola, lo svago e la mia culla, il posto a me più intimo, il mio rifugio: casa.-Casa mia è il luogo più affollato che conosca, soggetto a un continuo via vai di gente, parenti, amici, ospiti: chiunque è il benvenuto. Ciononostante, che ci crediate o meno, è il luogo che mi rilassa di più: impossibile descrivere i sentimenti per il luogo che ciascuno di noi chiama «casa»!-Mi rattristerà anche ripensare alla mia ormai terminata routine: lo svegliarsi presto, molto presto, alla mattina, il prepararsi in silenzio, evitando di svegliare quei fortunati che possono ancora avere un’ora di sonno, il viaggio fino alla stazione e, poi, via con il treno a capofitto nella galleria; entrati al buio, si esce con il sole, l’alba di una nuova giornata, che prosegue con la scuola e, poi, mi accompagna con lo studio e con lo sport, fino a notte inoltrata.-E così, ogni giorno, il ritmo si ripete e si ripete, fino al drastico cambiamento di vita che mi porterà via di qui.-Tutto ciò, però, è passato e, come tale, ha lasciato i suoi segni su di me, così che possa vivere al meglio il corso del mio futuro. Questa è la mia vita: la vita è fatta di cambiamenti e bisogna vivere ognuno di questi come un regalo, che ci preparerà a ciò che ci sarà in seguito, come un’esperienza, per migliorare chi siamo e, perché no, come un giocattolo, da goderci al momento!-La migliore medicina per questa malinconica nostalgia è il pensiero di ciò che mi attende, l’adrenalina, allora, mi gonfierà le vene e, forse, finalmente, sarò pronto ed eccitato per una nuova avventura, mai dimenticando le mie amate radici.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010