Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
18ª edizione - (2015)

Attimi e libri

Avvolte nella bianca maglia delle calze decorate con fragoline rosse, le gambe dondolano, incrociate all’altezza della caviglie, senza riuscire a toccare terra. Sulle cosce sono appoggiate Le avventure di Peter Pan e una manina guizza veloce sul libro ogni volta che la vocetta acuta e leggermente cantilenante finisce di pronunciare le ultime parole che concludono la pagina. Sono tre le dita di quella manina che rimangono in piedi quando la maestra Lucia, chiedendole quanti anni avesse, si avvicina con fare stupito a quella bimbetta, che dondolando le gambe, leggeva ad alta voce le semplici frasi di quel libro cartonato per bambini. «Lo leggiamo insieme ogni sera» replica alle domande della maestra una donna biondo cenere sui trent’anni, «ormai lo sa a memoria», per mano una bimba con le calze bianche a fragoline rosse.
La pelle ambrata risalta sul bianco della sdraio dei bagni Calipso, le gambe, ancora troppo magre, scattano per piegarsi contro la pancia, le ginocchia contro i seni appena accennati: un gesto di stizza, accompagnato dall’incresparsi delle labbra in una smorfia. Non le piace quello che sta leggendo, avrebbe voglia di lanciare quel libro lontano, vederlo affondare nella sabbia rovente, macchiarsi di gocce di autoabbronzante.
Odia doversi sorbire quel ridicolo linguaggio piratesco — «Che balordi! Devono esser pieni come otri!», borbotta scimmiottando la parlata che nella sua testa ha attribuito al protagonista — odia la leggerezza con cui, in quel mondo così lontano dal suo, vengono compiuti omicidi che rimangono impuniti. A Settembre dovrà rendere conto di quello che sta leggendo sdraiata ai bagni Calipso, è questo a rendere così poco piacevole la lettura di quel romanzo che, in fondo, pagina dopo pagina, senza che la dodicenne riesca ad ammetterlo a sé stessa, sta conquistando la sua fantasia.
Le gambe nude tremano al contatto con le lenzuola immacolate dalla consistenza cartonata, mentre la donna, con movimenti lenti a causa dei punti sul suo basso ventre, scivola nel letto. Dal comodino afferra il grosso volume blu alle cui pagine ha affidato, negli ultimi nove mesi, il compito di accompagnatore dei suoi sogni. Le pagine scorrono, alla ricerca di un paragrafo su cui fermarsi, questa volta con la consapevolezza che dovrà essere quello decisivo. Una ciocca bionda viene ricacciata dietro l’orecchio velocemente per lasciare allo sguardo la possibilità di posarsi su quella perfetta sequenza di lettere. In un attimo il letto è vuoto, le ciabatte sbattono nel lungo corridoio azzurrino fino ad arrivare davanti alla grande vetrata, la riconosce subito, la sua bambina, e le labbra sussurrano quel nome, sicure che questo sia quello giusto.
Le mani, dalle dita magre e nodose, riposano in grembo, intrecciate una dentro l’altra, ogni tanto una scende ad accarezzare la piega della gonna nera lungo la linea delle cosce, appoggiate alla poltrona di velluto verde del soggiorno, ormai riempito solo da sfocate ombre e da fotografie polverose. Gli occhi trasparenti si chiudono, mentre nelle orecchie scivola, attraverso gli auricolari dell’e-book, il suono della voce di un attore che non conosce.
Lo schermo luminoso sul tavolino accanto a lei mostra la copertina di un romanzo di Tolstoj e il leggero tremolio della candela, che crepitando si spegne per sempre, simboleggiando la morte di Anna Karenina, accompagna il sonno leggero in cui la donna sprofonda ancora una volta.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010