Mostra innovativa per Pirandello a Milano
Milano, 4 marzo 2008. La mostra sul famoso scrittore siciliano, Luigi Pirandello, al Palazzo Reale di Milano, ha ottenuto grandissimo successo, raggiungendo quasi i 35.000 visitatori. Un successo che ha superato le aspettative sia di pubblico sia di stampa, con numerosissimi articoli e recensioni. La mostra è dedicata alla vita e alle opere teatrali e narrative dell'autore, con una particolare novità collegata a uno dei suoi più celebri romanzi, Il fu Mattia Pascal. Questa innovazione consiste nella narrazione, della durata di un'ora circa, della bizzarra avventura di un nostro concittadino, l'imprenditore Paolo Pirovano.
La storia ha davvero dell'incredibile e nasce da un forte senso di insoddisfazione e di inadeguatezza nei confronti della propria vita. Questa situazione, dovuta sia ai pessimi rapporti con la famiglia nell'ultimo periodo sia alla perdita di entrambi i genitori in un tragico incidente stradale, raggiunge il limite di sopportazione quando la ditta di raccordi idraulici di cui Pirovano è proprietario fallisce ed egli rimane così disoccupato e messo sotto indagine dalla procura. Con gli ultimi soldi rimasti si concede l'ultimo lusso di un viaggio a Montecarlo, senza informare nessuno. Dopo una cospicua vincita al casinò, decide di tornare a casa dalla sua famiglia, ma in un'edicola dell'aeroporto di Montecarlo, acquistato un quotidiano italiano, vi apprende la macabra notizia del ritrovamento nel fiume Adda del suo cadavere. Il giornale riporta che i familiari avevano riconosciuto il corpo e avevano dato come possibile causa del gesto suicida il fallimento della ditta di cui era titolare.
L'iniziale senso di disagio e smarrimento per il tragico malinteso si trasforma però ben presto nel protagonista della vicenda in un senso di libertà e nella possibilità di ricominciare una nuova vita da zero. Decide così di lasciarsi alle spalle la vita passata, vede in quest'occasione la svolta che aspettava da molto tempo per riuscire a sfuggire alla sua vita monotona e pesante, fatta di sacrifici e di una difficile vita coniugale. Decide quindi di crearsi una nuova identità, dandosi il nome di Adriano Meis (prendendo spunto dal romanzo di Pirandello, Il fu Mattia Pascal), viaggiando per le principali città italiane senza fermarsi troppo a lungo in ognuna.
Il signor Pirovano confida però che ben presto il senso di libertà e di gioia iniziale venne sostituito da un enorme vuoto e da un forte senso di solitudine che lo spinse a stabilirsi nella capitale. Qui una sera in un night club conobbe Irina, una ragazza rumena clandestina e si innamorò di lei. Grazie a questa relazione si rese conto di come Irina, pur essendo in una condizione simile alla sua, riusciva a vivere una vita piuttosto normale, in quanto aveva una persona che la proteggeva e pensava a lei, pur trattandola come una schiava. Lui, al contrario, era intrappolato in una finta vita, dal momento che non poteva avere rapporti troppo stretti con le persone, non poteva trovarsi un lavoro, in poche parole non poteva interagire con il mondo che lo circondava.
L'unica soluzione che riuscì a trovare, ripensando al romanzo di Pirandello, fu quella di inscenare il suicidio di Adriano Meis. Una volta tornato a casa trovò sua moglie in compagnia di una altro uomo e con due figli. Decise così di provare la strana situazione di visitare la propria tomba, dopodiché andò in questura a rivelare la propria storia.
Il signor Paolo Pirovano è stato condannato a quindici anni di carcere per frode fiscale e bancarotta. È per gentile concessione del carcere di San Vittore che sarà presente per due incontri, all'interno dei quali ci descriverà più nel dettaglio, descrivendoci le proprie sensazioni, la sua straordinaria storia di cui vi è stata offerta un'anteprima qui sopra.
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