La mia esperienza di lettura - X agosto di Giovanni Pascoli
Ogni volta che leggo quest’opera mi trovo a chiedermi come sia possibile provare emozioni così forti.
È un’opera bellissima, l’ho sempre trovata commovente.
Mi sorprende come una poesia, semplicemente lettere, parole messe insieme, riesca a farmi vivere esperienze che altrimenti non sarebbero possibili.
Bastano poche righe per farmi vivere un momento, una vita, un’avventura, in un luogo e con persone che probabilmente nella mia realtà non potrei conoscere, sperimentando cose diverse da quelle con cui entro in contatto normalmente.
Quando leggo questa poesia, che io sia a casa, che sia al mare, in un parco o in qualunque altro posto, improvvisamente mi trovo direttamente in un’altra dimensione. E non intendo solamente che torno alla sera del dieci agosto, in Toscana, sulla via verso la casa di Pascoli; ma mi scopro a riflettere su tante cose, varie, importanti. Leggere mi dà l’occasione di dare un giudizio alle cose, di condannarle o dare loro un valore, di farmi delle opinioni. Leggere è un’esperienza davvero grande.
In modo particolare, questa poesia è in grado di farmi sentire tutta la tristezza e il dolore che una perdita comporta. Riesce a coinvolgermi totalmente, come se fossi io l’uccellino che nel nido attende il ritorno della rondine, senza sapere che non tornerà più. Come se fossi io la bambina che aspetta la bambola che il papà le regalerà, una volta tornato a casa.
Forse quello che mi colpisce è proprio l’imprevedibilità di ciò che può accadere.
La rondine tornava al nido. Il padre stava tornando a casa. Azioni quotidiane, semplici.
Chi avrebbe mai potuto sospettare quello che sarebbe successo? Chi può prevedere che svolta prenderà la sua vita in un futuro anche molto vicino?
Il futuro è qualcosa che ci sfugge e ci sfuggirà sempre. Abbiamo il controllo sulle nostre azioni presenti, ma non su quelle future. Possiamo sognare, immaginare, pianificare la nostra vita, ma ci sarà sempre qualcosa che non possiamo prevedere. Ed è proprio questo che spaventa, il fatto di essere come alla deriva di una sorte che non dipende totalmente da noi, che non possiamo prevedere, che non possiamo controllare. E questo, nella nostra dimensione di esseri umani ci fa sentire piccoli e, a volte, persi.
È altrettanto triste l’immagine dei piccoli che rimangono improvvisamente soli, inizialmente senza nemmeno rendersene conto. Gli uccellini continuano a pigolare, a chiamare la rondine che non sanno non tornerà. E così i bambini, che aspettano il ritorno del padre, ignari del fatto che non lo rivedranno più.
Questo mi fa pensare alla cattiveria degli esseri umani.
Per Pascoli la famiglia è un posto in cui un uomo si può rifugiare e può trovare protezione dal male, dal dolore e dalla malvagità del mondo esterno. Che diritto hanno gli altri uomini di distruggere questo nido di amore e di serenità? Che diritto hanno di decidere della vita di un altro uomo? Che diritto hanno di ferire consapevolmente le persone che gli vogliono bene?
La risposta è: nessuno.
Eppure spesso agiscono senza curarsi delle conseguenze perché non riguardano loro stessi. E perciò non se ne interessano. Ma qualcun altro ne farà le spese, ne soffrirà, questo non conta? Come si fa a vivere, sapendo di essere la causa di tanto dolore per qualcun altro? E anzi, come si fa a vivere ignorando ciò?
Anche il Cielo sembra rendersi conto, dal mondo sereno in cui si trova, della cattiveria dell’umanità, e invade la terra di un pianto di stelle, soffrendo con noi, ma purtroppo non potendo far nulla per intervenire sulle nostre sofferenze e sul nostro pianeta, così pieno di crudeltà e di dolore.
È vero, il male esiste e l’uomo, in tutta la storia non è mai riuscito a eliminarlo, però, anche se è difficile, dobbiamo sfruttare le esperienze di lettura che ci aiutano a riflettere su «questo atomo opaco del male» e trovare delle soluzioni a ciò che lo rende tale.
Perché noi non siamo il Cielo, noi siamo uomini, e nonostante gran parte del male sia causato da noi, noi possiamo porvi rimedio, e la lettura può essere un importante mezzo per raggiungere questo scopo.
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