Amore e Psiche
Paramedico: «Mi sente? Sa come si chiama?»
Hugo (frastornato): «Sì, mi chiamo Hugo, vivo a Parigi e… Cosa diavolo è successo?»
Paramedico: «Lei ha battuto la testa, ricorda qualcosa?»
Qualche ora prima
Direttore Jean-Luc Martinez (mentre esce): «Io vado a casa. Bonne nuit! Ah, il museo deve essere splendente per la mostra di domani perché ci saranno critici d’arte provenienti da tutto il mondo.»
Hugo (mentre pulisce): «Certo, per domani sarà tutto scintillante e perfetto! Ah, si ricorda di quelle ferie di cui avevamo discusso?»
Direttore Jean-Luc Martinez: «Quali ferie? No, no, tu mi servi qui per le altre mostre. Non ho altro da aggiungere.»
Hugo: «Ma…» (viene interrotto dal direttore)
Direttore Jean-Luc Martinez (alzando la voce): «Ho detto che non ho altro da aggiungere.» (esce dal museo sbattendo la porta)
Hugo: «Questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso! Io lavoro qui da 10 anni e non ho mai chiesto nulla, sono stufo di tutti questi soprusi, quelle vacanze mi spettavano di diritto! Ma ora gliela farò pagare cara; vedrà di cosa sono capace mon dieu!» (sbatte a terra la scopa e entra nell’ufficio del direttore, beve tutti i suoi alcolici e, ormai ubriaco, distrugge l’ufficio. Si reca nella sala delle sculture)
Hugo (guardando la statua di Amore e Psiche pensa): “Quella è da sempre la mia statua preferita, fin da quando lavoro in questo museo. Quelle forme così sinuose, per non parlare delle ali, quanto vorrei avere delle ali per librarmi in cielo.” (mentre parla sente un mormorio provenire dalla statua e si avvicina)
Psiche: «Perché non vieni un po’ a tenerci compagnia?»
Amore: «Siamo sempre soli!»
Hugo (guardando la statua esterrefatto) «Ma… ma voi parlate?!»
Psiche: «Può darsi…»
Amore: «E sentiamo tutto ciò che avviene in questo museo…»
Psiche: «…quindi sappiamo del litigio con il tuo capo; anch’io mi sono trovata in una situazione simile… Vuoi che te la racconti?»
Hugo (annuendo): «Je ne ai pas de temps à perdre.»
Psiche: «Eravamo tre sorelle, ma io, modestamente, ero la più bella. Ero bella tanto quanto Venere, mi adoravano e per questo lei mi invidiava; così ha mandato suo figlio Amore per farmi innamorare dell’uomo più brutto del mondo. Ma fallendo, si innamorò di me.»
Amore: «Era davvero la ragazza più bella che avessi mai visto!»
Psiche (guardando Amore negli occhi e tenendolo per mano): «Poiché non avevo mai visto il suo volto, decisi di guardarlo e mi innamorai a mia volta di lui. Ma Venere scatenò la sua ira su di me e mi sottopose a delle prove, di cui la più difficile era andare negli Inferi e chiedere un po’ di bellezza alla dea Proserpina. Lei mi accontentò dandomi un’ampolla e dicendomi di non aprirla mai.»
Amore: «Ma la mia sposa fu troppo curiosa, la aprì e cadde in un sonno profondo, da cui io la risvegliai con un bacio anche grazie all’aiuto di Giove.»
Hugo: «Non capisco cosa possa c’entrare questa storia con la mia.»
Amore: «Entrambi avete qualcuno che si oppone alla vostra volontà e vi impedisce di realizzare i vostri desideri.»
Psiche: «Nel mio caso colei che me lo impediva era Venere, nel tuo…»
Hugo: «… il direttore Jean-Luc Martinez.»
Amore: «È stato molto bello parlare con te, spero tu ti ricorderai di questa conversazione.»
Psiche: «Ti do un ultimo consiglio, rifletti attentamente sulle scelte che farai in futuro.»
In seguito al rilascio dall’ospedale, al museo nell’ufficio del direttore
Hugo (evitando lo sguardo del direttore): «Direttore, mi spiace di aver danneggiato il suo ufficio, ero fuori controllo e avevo bevuto troppo.»
Direttore Jean-Luc Martinez: «L’importante è che tu stia bene, e non c’è bisogno di scusarti con me, sono io che mi devo scusare con te, Hugo. Quel giorno ero molto arrabbiato a causa di un litigio con mia moglie, non meritavi di essere trattato in quel modo poiché lavori qui da tanti anni. Per questo motivo, e per farmi perdonare, ho deciso di concederti non una ma ben due settimane di ferie.”
Hugo (con le lacrime agli occhi): «Non so davvero come ringraziarla…»
Direttore Jean-Luc Martinez: «Non devi, e ora corri a fare la valigia! …Allora sei ancora qui?… Corri!»
Hugo (correndo verso l’uscita): «Grazie mille.»
Mentre il direttore conduce un tour dei visitatori, la settimana del rientro di Hugo
Direttore Jean-Luc Martinez: « “Come a nozze di morte vesti la tua fanciulla ed esponila, o re, su un’alta cima brulla. Non aspettarti un genero da umana stirpe nato, ma un feroce, terribile, malvagio drago alato che volando per l’aria ogni cosa funesta e col ferro e col fuoco ogni essere molesta. Giove stesso lo teme, treman gli dei di lui, orrore ne hanno i fiumi d’Averno e i regni bui.”
Questo è ciò che l’oracolo disse alla madre di Psiche. Ora seguitemi verso la prossima opera.»
Hugo (pensa): “Questo è ciò che il direttore dice sempre ai visitatori quando passano davanti alla statua di Amore e Psiche. Prima non avevo idea di cosa significassero queste parole, ma ora lo so.”
»Torna all'elenco dei testi
»Torna all'elenco delle edizioni