Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
18ª edizione - (2015)

Quattro

Sono le prime ed eterne ore del mattino la destinazione,
le luci pallide di una città addormentata, il conto con te stesso,
con la pioggia di ore troppo lunghe che bagna vicoli a fondo cieco.
È il punto in cui capisci di non esserti bastato e di essere nudo
davanti a giorni troppo sfocati, quello in cui non puoi più essere forte solo
e avverti come bisogno primario due ali nelle quali scomparire,
qualcuno che davvero possa capire e avvicinare
una riva sicura e scaldata dal sole.
Forse il fatto è che tutti dovremmo averne il diritto,
smettere di annaspare nel buio e lasciar cadere le nostre maschere,
dovremmo tutti poter essere toccati da quell’amore che
raccogliendo le lacrime in un abbraccio possa essere in grado
di ricomporci.
Tutto farebbe meno male, sarebbe più umano e adatto alla vita,
potremmo davvero pensare di rincorrere anche i nostri sogni
lasciandoci trasportare da fiumi in piena senza la paura di annegare.
Perché la verità è che tutti dovremmo poter sentire almeno la sera una casa,
poter rendere nostra la differenza tra amare l’idea di
una persona e amare qualcuno con pregi e imperfezioni
potendosi vivere come fratelli, come mani tirate in salvo da una tempesta
incuranti di giudizi e false identità,
provando per una volta ad abbattere le nostre barriere
costruendo insieme ponti nuovi e rivolgendo i nostri occhi
verso un nuovo domani.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010