L’odore del muschio
In fondo alla via delle rane un piccolo sole brillava nel cielo. Il timido disco tremolava un poco, sospinto dal vento, disturbato dal cicaleccio delle sei e trenta.
Iniziava a calare il buio, tutto si agitava convulsamente… la sera rifulgeva degli amplessi delle cose, tese nella smania di cogliere qualcosa prima del niente. Qualche stella iniziava a spuntare nel trambusto del mondo al tramonto, desiderosa di splendere.
Al principio dello stretto viottolo una bimba dai ricci di fuoco saltellava estasiata.
I lunghi capelli ricordavano il colore delle rose e la pelle chiara della piccola profumava della medesima fragranza. Due occhi verdi, nascosti da quell’ammasso di boccoli, guardavano tutto con curiosità, muovendosi veloci. Il viso tondo era invaso da un milione di lentiggini e da un milione di emozioni, varianti più complesse di gioia e sorpresa. Un nasino di burro spuntava come un funghetto al centro del volto e veniva arricciato ogni qualvolta sussisteva un problema, quasi vi si fosse posata sopra una coccinella dispettosa.
Nel complesso, quel piccolo esserino, pareva un folletto fuggito da chissà quale bosco.
La piccola giunse in fondo al vialetto, si posizionò ben bene sotto il sole stanco e, allungando le mani verso di esso, aspettò che quest’ultimo le cadesse tra le braccia.
La notte si era presa ormai tutto quanto, la luna spuntò e il sole, infine, crollò esausto nella culla della piccina.
La fanciullina corse via contenta, il sole stretto al petto e la notte negli occhi.
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