Incipit poetico: «E noi si va chi sa dove» (M. Moretti)

E noi si va chi sa dove,
in pensieri, ed oltre,
nell’essere più straniero
dove ci si rintana a sopraggiungere nella notte.
Un posto a tutti estraneo
Forse immaginario, ma quanto mai leale
Dal quale arduo è scappare
Perché è un respiro dalla realtà che star bene fa.
E guai a chi quel sogno lascia andare
Triste per poi restare
Solo a canticchiare
Di desideri ed emozioni che un tempo facevano volare.

La frase iniziale mi ha ispirato il sogno, quel desiderio nascosto nell’animo più profondo che è solo tuo e non lasci trasparire con chi ti circonda.
Ho organizzato l’incipit in tre quartine e ho utilizzato un linguaggio abbastanza semplice, con qualche rima e assonanza.
Ho scritto ciò che sono e i miei sentimenti nei confronti dell’argomento, ma ho generalizzato ponendo dapprima il noi e in seguito la forma impersonale.

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