Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
17ª edizione - (2014)

Leggere ed essere letti

10/06

Oggi è finita la scuola; il giorno più atteso dagli studenti (e dagli insegnanti) è arrivato!
Finalmente posso voltare pagina, abbandonare tutte quelle versioni senza senso su cui mi scervellavo ore e ore per poi scoprire, tristemente, che erano tutte sbagliate.
Come tutti i giorni mi sono recata a scuola e ho partecipato alle lezioni; il prof d’italiano ci ha assegnato da leggere dei libri per le vacanze estive. Ha scritto i titoli, gli autori e le date di pubblicazioni sulla lavagna, tutti scrivevano, e ovviamente le copiavo anch’io sul quaderno, giusto per far vedere al prof che ero attenta alla lezione e che gli appunti li avevo presi.
Dopo cinque ore di lezioni suonò la campanella, in quel momento il delirio è esploso! I professori cercavano di trattenere i ragazzi in classe per le ultime informazioni sui compiti e questi sgattaiolavano furtivamente dalla classe. Fuori dalla scuola tutti parlavano di come avrebbero trascorso le vacanze, dove sarebbero andati e con chi, con la famiglia e con gli amici; e poi c’ero io, io costretta a rimanere a casa per questi stramaledetti esami a settembre. Comunque questi non mi avrebbero tolto la possibilità di uscire con gli amici; la maggior parte della mia compagnia avrebbe condiviso con me questo triste destino…
Tornando a casa con dei miei compagni, durante il tragitto ho incontrato Maria, una nostra compagna, una ragazza strana, magrolina e introversa, tutta dedita alla scuola, e, in compenso, senza alcun amico.
Guardandola un mio amico ha iniziato a prenderla in giro, Maria reagì in un modo così buffo e surreale da farmi piegare in due dalle risate, aveva un’aria distaccata, come se volesse nascondere la sua offesa, che in realtà mostrava benissimo! Arrivata a casa, trovai mia mamma sul divano a leggersi la sua rivista. Da quando ha perso il lavoro passa intere giornate sdraiata sul divano a leggere. Non ho un gran rapporto con mia madre, non ci parliamo mai, che io sia un peso per lei? Nessuna carezza, avere un abbraccio è come pretendere la luna ! Ecco la Luna, pensai guardando fuori dalla finestra, è arrivata la Luna e un’altra giornata è trascorsa.
E domani? Nulla di nuovo, il solito studio.

20/06

Una giornata come le altre, monotona a dir poco, o almeno questo è quello che pensavo prima dell’uscita al parco. Dopo essermi fatta le mie cinque ore di studio giornaliere ho deciso di prendermi una pausa e sono andata al parco, non avevo mai notato la bellezza di quel parco, ora che non era più scontato farci un giretto, tutto mi appariva come visto per la prima volta.
Chi aveva mai notato quel delizioso laghetto in fondo al sentiero? Ora che non era scontato avere il mare mi sembrava un’oasi, l’acqua assumeva mille forme e colori, in certi punti era torbida e densa, in altri cristallina a tal punto che ne potevi scorgere il fondale. Certo rimane sempre una pozza d’acqua stagnante, come ci piaceva chiamarla, eppure mi dava una sensazione strana, non saprei descriverla con le parole.
A un certo punto incontrai Maria, la mia compagna di classe, era seduta sul prato, intenta a leggere uno dei libri assegnateci per le vacanze. Eppure lei non aveva avuto alcun tipo di debito. Perché rimaneva in città invece di partire? D’altronde non aveva problemi economici. Mi avvicinai e con un piccolo cenno attirai la sua attenzione, lei alzò gli occhi, mi rivolse un piccolo, misero sguardo e poi riprese la lettura, quasi io non ci fossi. Aveva capito che avevo bisogno di un mio coetaneo per distrarmi, ma lei, ignorandomi, voleva farmela pagare per tutto quello che le ho fatto passare in questi ultimi tempi.
A quel punto mi sedetti accanto a lei e cercai in tutti i modi di iniziare un discorso con lei, eppure, nulla, imperterrita continuava a ignorarmi, o almeno, fin quando non le chiesi cosa ne pensasse del libro che stavamo leggendo per scuola. Il suo viso improvvisamente si illuminò e si colmò di una felicità indescrivibile, gli occhi le brillavano azzurri come l’acqua profonda dell’oceano, e le labbra erano trattenute a stento per non fare un sorrisino sgradevole: «Semplicemente, lo adoro. Come adoro leggere in generale, penso che leggendo sia il mio unico modo di costruirmi un mio mondo, fatto di barriere per proteggermi dagli altri, ma anche di porte per uscirne».
Ero rimasta esterrefatta come da una persona così insignificante potessero uscire parole così vive. Stavo iniziando a cambiare idea sul suo conto, insomma, la guardavo anche con occhi diversi, quasi più come amica che come compagna. Tutto ciò che di lei prima mi sembrava un difetto ora era uno dei suoi migliori pregi.
A quel punto abbiamo iniziato a parlare della lettura, che cosa rappresentasse nella nostra vita, sebbene io non avessi grandi rapporti con la lettura, limitata ai soli libri che dovevamo leggere per scuola. Maria iniziò dicendomi: «La cosa che mi appassiona nel leggere un libro sta nel rapporto che instauro con i personaggi: è il punto di collegamento tra me, loro e l’autore. Con me perché ogni volta mi immedesimo in loro; con l’autore perché un vero scrittore quando dà vita a un suo personaggio gli lascia una parte di sé».
Questa frase mi colpì molto, ma, ancora di più, rimasi sorpresa quando mi disse: «Dettagli, i dettagli sono l’anima di un testo, possiamo comprendere l’essenziale solo partendo dai particolari, questa è l’esperienza che ho tratto sia dai libri che dalla vita. Bisogna conoscere tutti i particolari, perché non possiamo sapere quale sarà importante in seguito, quali parole metteranno in luce qualcosa».
In quel momento mi accorsi che io, invece, vivevo senza dettagli. Tutto era una corsa, veloce, superficiale senza ben capire dove e perché io stessi correndo. Senza fermarsi, senza riflettere.

25/06

Da quando ho conosciuto Maria, vivo le giornate in un modo diverso. Tutti i giorni, dopo lo studio, vado con lei al parco per leggere insieme, dal giorno in cui ci siamo incontrate, non ho mai smesso di leggere.
Ho cercato anch’ io quel qualcosa in più.
A non fermarmi a dire bello o brutto, giudicando qualcosa, ma a entrare nei minimi particolari per dare una ragione a quello che capitava attorno e a ciò che incontravo nei libri. Con lei avevo finalmente conosciuto l’amicizia, lei è una delle poche persone che ti dice quello che pensa, che è profonda perché non si lascia trascinare dalle correnti di pensiero degli altri, ma cerca la sua.
Ha una sua personalità, un suo modo di esprimersi e di comunicare con gli altri. Questo modo di comunicare apparentemente sembra allontanare le persone, e chiuderla in un modo ristretto, invece, al contrario, le apre sempre più un mondo.
Ecco Maria aveva trovato la strada per vivere anche le vite degli altri, grazie alla lettura.
Ora posso proprio dire che quella ragazza è un libro aperto: complessa e allo stesso tempo così uguale a me che mi ci posso vedere nelle cose che fa e che dice.
Quel giorno dopo esser stata con lei a leggere sono tornata a casa e, come sempre, ho trovato mia madre ad aspettarmi; era in vestaglia, con un’aria trasandata, di una che non era riuscita a dormire la notte.
In quel momento mi disse la cosa che mi fece aprire gli occhi veramente, era arrivato lo schiaffo dalla vita che ho tanto ricercato e richiesto, ma non in quel modo, non volevo svegliarmi così dal mio riposo sopito.


26/06

Dopo la notizia tutte le mie certezze erano cambiate, quante cose avevo guardato senza vedere? Come vivevo io prima? O come vivevano le persone accanto a me?
Sinceramente, le domande erano tante, ma poche le risposte. Quanto tempo perso a parlare, e ora? Ora non ho voglia né di pensarci, né di rifletterci, ora voglio starle accanto, passo per passo, mano nella mano, fin quando non avrà più la forza di tenerla e sarò io a guidarla.
Forse che l’incontro con Maria non era stato un caso, o forse è stato solo una perdita di tempo? Quanti dubbi, e le certezze dove trovarle? In effetti leggere un libro non ti aiuta a trovare le risposte, è un universo troppo astratto, troppo infinito e troppo piccolo: sembra facile entrarci, chiunque può leggere un libro; è un mondo con tante finestre, ma poche porte. Che io forse abbia cercato di entrarvici da una finestra?
Non lo so, ma è forse proprio questo il momento di capirlo.

15/07

Ora più che mai devo starle vicino, e ormai il fatto di leggere l’ho un po’ trascurato nell’ultimo periodo, anche se, sinceramente, sono cosciente di aver perso qualcosa interrompendo drasticamente la mia amicizia con Maria, e non è stato neanche giusto nei suoi confronti, quasi la consideravo colpevole per non darmi tutte le risposte che cercavo.
Eppure dentro di me c’è un vuoto incolmabile, da cui non riuscivo a uscire…
Per distrarmi, così per non pensarci, sono andata in biblioteca e ho trovato un sacco di libri, e solo leggendone la trama mi avevano incuriosito. In quel momento capii il mio problema. Il mio problema era saper scegliere. Sino a quel giorno io non sceglievo, ma lasciavo che gli altri scegliessero per me. Ecco Maria ancora una volta mi aiutò a capire…

20/07

Il fatidico giorno è arrivato, mi vengono in mente tutte quelle sfuriate senza scopo, tutte quelle cose che avrei potuto dire, tutto l’amore che avrei potuto dimostrarle. Non voglio fare un discorso melenso o deprimente, voglio solo comunicare quello che provo.
A volte la vita è proprio ingiusta, ci si rende conto di quanto vale una persona, solo quando sta per lasciarti. Leggere in questi momenti mi sta aiutando molto. Leggere un libro, leggere un dettaglio, leggere un pensiero, leggere un sentimento. Mi vengono alla mente mille momenti, e quanto ogni istante sia stato importane Ora non mi lascerò vivere, non lascerò indietro ogni minimo dettaglio, e anche quando leggerò ricorderò che le storie possono essere semplici parole assemblate se non si riesce a dare loro un senso, proprio come mi dicevi tu. Imparerò a leggere e non a esser letta.

Ciao mamma.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010