Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
17ª edizione - (2014)

L’esperienza della lettura

Quante cose ci sono in una pagina.
Qualcuno un giorno si è seduto a una scrivania, ha preso carta e penna e l’ha scritta.
Era solo, lo scrittore, solo con le sue idee e con una pagina bianca da riempire.
Sapeva cosa voleva scrivere, sentiva sgorgare dentro di sé quello che oggi possiamo leggere ordinatamente in quelle righe.
Però nella sua testa non era chiaro, non era ordinato, era solo un turbine di pensieri da riordinare e tradurre in parole.
I suoi pensieri, i suoi sentimenti, le sue fantasie sono fotografati in quelle parole, ma è stato difficile arrivarci.
Quando li ha scritti, li ha letti e riletti mille volte per renderli più belli, perché le parole non erano mai quelle giuste e gli sembrava sempre che andassero cambiate.
Poi, a un tratto, la pagina era finita, finalmente pronta per essere condivisa con chi un giorno l’avrebbe letta.
C’è tutto dello scrittore in quella pagina.
Ogni frase, persino ogni lettera sarebbe diversa se solo una delle mille cose che sono successe a chi l’ha scritta nella sua vita fosse andata diversamente. Non sarebbe stato lì, non avrebbe avuto quei pensieri e quei sentimenti e non avrebbe usato quelle parole.
Era solo lo scrittore, solo con una pagina bianca davanti: eppure parla a tutti quelli che la leggono, parla a migliaia di persone come se fosse un attore davanti al pubblico sul palco di un teatro.
Non so se ne sarebbe stato capace, non so se sarebbe riuscito a parlare davanti a tutti i suoi lettori insieme, a non emozionarsi, a trasmettere a voce quello che ha messo in quella pagina.
Ma grazie a lei c’è riuscito, anche se era solo.
E anch’io sono sola mentre leggo.
Chi era, mi chiedo, che aspetto aveva?
Cerco di capire cosa pensava, perché era lì solo davanti a quella pagina, cosa lo spingeva a mettere ordine nei suoi pensieri per cercare le parole per dirmi quello che ha scritto.
Le parole sono belle, chiare, posso rileggerle quante volte voglio, ma mi chiedo se davvero ho capito cosa voleva dirmi.
Poi, all’improvviso, mi rendo conto che è impossibile, mi rendo conto che non è importante.
Lui ha dato tutto se stesso per mettere in quella pagina esattamente ciò che voleva dirmi… ma in fondo quello che sento leggendo dipende soltanto da me.
Sono io che leggo, sono i miei pensieri e i miei sentimenti che contano.
Lui sta parlando a me e soltanto a me, anche se le parole che leggo sono le stesse di chi l’ha letto prima di me.
Quante cose ci sono in una pagina.
C’è tutto di chi l’ha scritta… e tutto di chi la legge.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010