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17ª edizione - (2014)

La cittą moneta - da Le cittą invisibili di Italo Calvino

La città in cui mi muovo è dannatamente bella quanto dannata. È impossibile non innamorarsene a prima vista. È come una moneta a due facce, una meravigliosa e strabiliante e un’altra terribile e inquietante.
Per le sue vie principali e in centro si possono ammirare immensi grattacieli, grandi hotel di lusso, centri di bellezza e molto altro ancora; ma se ci spostiamo pochi passi più in là, nascosta dietro la città favolosa, i nostri occhi saranno costretti a una terribile vista.
Fame , povertà, sporcizia e un grande disagio. I bambini sono magrissimi, oserei dire scheletrici. Alcuni hanno talmente fame che piuttosto sono disposti a mangiare la terra, pur di mettere in bocca qualcosa. La terra è arida, sembra quasi sporca.
Credo che la terra rispecchi le persone che la abitano. Così, in questo caso, le persone sono aride perché nessuno le aiuta a fiorire, sono abbandonate a loro stesse. Si fa finta di niente. Basta cambiare strada, fingere di non vedere e andare negli hotel di lusso, mentre quelle persone, a pochi chilometri di distanza, muoiono per cause assurde e banali.
Nel centro della città, invece, la terra è tutta asfaltata, è difficile trovare anche un solo filo d’erba, gli alberi sono stati abbattuti per far spazio ai grattacieli che, più alti e imponenti sono, meglio è.
Non importa quello che si deve fare per ottenere ciò che si vuole, l’importante è ottenerlo. Questa è la logica. Ancora una volta, la terra rispecchia gli abitanti. In questo caso si tratta di persone egoiste, senza scrupoli, disposte a tutto pur di ottenere ciò che vogliono.
Da una parte il progresso e la ricchezza e dall’altra la povertà e il disagio. Due opposti sotto lo stesso cielo. Questa è l’unica cosa in comune: il cielo.
La ricchezza e la vita luccicante, sfavillante, che tutti desiderano poter sfoggiare ed esibire. La povertà è buia e dolorosa, nessuno vorrebbe mai mostrare i propri disagi perché così si diventa vulnerabili.
La cosa sconvolgente è che, in realtà, sono i poveri a costruire tutto quello che c’è nella città favolosa, sono loro a mandarla avanti, a essere sfruttati, a soffrire, a morir di fame e sono loro a essere dietro le quinte.
Ora potete capire perché la città in cui cammino, viene definita la città moneta.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010