L'inizio
Scorsi le prime righe del libro senza leggerle veramente: non vedevo l'utilità di quel mucchio di parole grigie messe in fila. Nella mia mente di bambina quel libro era solo un modo cartaceo di perdere tempo. O magari un modo per farmi entrare di diritto nelle regole di casa. Tutti nella mia famiglia erano sempre stati dei lettori accaniti. Tutti. Tranne me. Odiavo leggere: odiavo le letture che la maestra ci assegnava a casa odiavo l' insistenza dei miei genitori e odiavo il libro che tenevo in mano in quel momento. Lo chiusi e, tentando di incanalare in quell'unico gesto tutto il disprezzo che provavo, lo gettai sulla scrivania. Mi avevano detto di leggerlo, mi avevano quasi obbligata, ma io mi sarei ribellata! Nessuno poteva obbligarmi a fare una cosa che non volevo!
Salii sul letto e aprii l'armadio dei giochi: ”Chissà cosa ci trovano di tanto speciale nei libri?! Perché dovrei leggere storie che hanno scritto gli altri quando sono così brava a inventarne di mie?”. Ecco la prova: misi sul tappeto la casetta di Lego e cominciai a creare dal vivo una storia piena di fantasia e di realtà. Solo un pensiero tornava di tanto in tanto: “Non leggerò mai un libro in vita mia!”. Ma spesso durante il gioco mi sorprendevo a pensare al titolo del libro che avevo lasciato sulla scrivania, alle mie spalle. Sentivo la nuca prudermi e per quanto tentassi di resistere, ogni tanto scoccavo un'occhiata al tramonto arancione sulla copertina.
“Forse posso provare a dargli un'occhiata, magari solo a questo libro.” Pensavo che non avrebbe cambiato le mie opinioni e tanto meno le mie decisioni. Lo presi in mano; la copertina era proprio bella: una spiaggia al tramonto incorniciava l'immagine di un uomo e di un bambino seduti a contemplare il mare Le avventure di Jim Bottone. Chissà che cosa c'era scritto… Ora tengo la penna a mezz'aria, incerta sul da farsi: non so se scrivere o meno com'è andata a finire; ma forse non è necessario. Ora che ho diciassette anni, ho tanti libri letti tra i miei ricordi da non riuscire neppure a contarli e il desiderio di raccontare com'è iniziata la mia passione per loro. I miei mi raccontano spesso della fatica che hanno fatto per introdurmi alla lettura, ma io credo che anche se non avessero insistito la mia prima esperienza di lettrice sarebbe avvenuta comunque, anzi, forse molto prima. Bastava una copertina colorata, un titolo, un'immagine per far scattare in me la scintilla sperata. In fondo io sono fatta così. Ho scoperto che leggere le storie degli altri è altrettanto divertente, meraviglioso e commovente che inventare una storia tua. Anch'io scriverò la mia storia, prima o poi. Ma per ora preferisco raccontarne solo l'inizio.
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