Muro invisibile
L’ultimo libro che ho letto per la scuola è stato Il muro invisibile di Harry Bernstein.
Parla della storia di un bimbo ebreo, di nome Harry, che vive in un piccolo quartiere del Lancashire, in Inghilterra. Questo quartiere è diviso simbolicamente dalle persone che vi abitano da un muro invisibile dove da una parte abitano i cristiani e dall’altra gli ebrei.
Entrambi nutrono odio verso la fazione opposta.
Le relazioni, verbali o fisiche, tra le due religioni era considerato addirittura un peccato, e Harry si trova nel bel mezzo di due di esse (una coinvolge sua sorella maggiore Lily). Proprio quest’ultima avrà successo, anche se dopo un po’ di tempo.
Il muro invisibile è un libro che, se letto con passione, è in grado di trasmettere infinite emozioni, dato che tocca diverse fasce emotive: la mia esperienza è stata proprio così.
Appena ho cominciato a leggere ho provato rabbia verso la stupidità umana, perché, in un modo o nell’altro, l’uomo riesce a odiare un qualsiasi aspetto, idea o pensiero che non è d’accordo con il suo: ne è un esempio l’odio tra ebrei e cristiani citato in questo libro, poiché è fondato su insensati pregiudizi che risalgono fin dalla morte di Cristo (i cristiani vedevano gli ebrei come gli uccisori di Gesù, e quindi li consideravano nemici del Cristianesimo).
Le fissazioni degli uomini sulle differenze nella stessa specie portano appunto alla costruzione di un Muro immaginario, aldilà del quale è impossibile vedersi uguali.
Andando avanti con la lettura ho sentito anche un po’ di felicità, dato che l’amore tra due ragazzi (Sarah e Freddy, rispettivamente ebrea e cristiano) riesce a superare le differenze di culto esistenti nel quartiere. Ma l’episodio che più mi ha assorbito emotivamente è stato il compimento del matrimonio tra la sorella di Harry, Lily, e un ragazzo cristiano di nome Arthur.
I due, separati dall’ideologia antisemita da parte della famiglia di lui, da quella anticristiana della famiglia di lei e dalla Prima Guerra Mondiale, riescono a ricongiungersi e ad avere un figlio, che chiameranno James e che simboleggerà lo sgretolamento dell’invalicabile muro del quartiere di Harry.
La nascita di James ha significato per me una gioia incredibile, perché, dopo mille difficoltà, l’amore riesce a trionfare su tutto e superare qualsiasi ostacolo.
Il finale, purtroppo, mi ha veramente spiazzato, poiché Lily muore di infarto e, cinque anni dopo, anche Arthur. Il piccolo James, invece, morirà combattendo nella Seconda Guerra Mondiale.
È stato uno dei libri in cui mi sono immerso maggiormente e che è riuscito ad appassionarmi al punto che ogni sera non potevo andare a letto senza averne letto almeno una pagina.
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