Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
11ª edizione - (2008)

Verso la libertà

Tum...tum...tum ...tum... il mio cuore batte piano.
 Mi accomodo tranquilla sulla sedia. Dalla copertina deve essere un libro noioso. Me lo ha comprato la mamma per occuparmi un po' il tempo delle vacanze estive. Leggo il titolo: I ragazzi di villa Emma. Tum...tum...sono molto tranquilla: scommetto sarà la solita storia romantica tra due ragazzi di un gruppo!
 Attorno a me una stanza deserta e vuoto totale. Pareti bianche e nessuna finestra. L'unico suono tum…tum…
 Poi, improvvisamente, eccomi lì, proiettata nel mondo sconosciuto del paesaggio di Nonantola: un territorio di campagna con prati verdi e grandi alberi festosi; il cinguettio degli uccellini e il silenzioso rumore del fiume. Un ambiente pacifico e sereno.
 Tutt'a un tratto… tum…tum… io, nascosta tra le orchidee nei pressi del fiume, scorgendo l'arrivo di quei bambini ebrei ancora spaventati. Accanto a me Carlo, il ragazzino italiano, che nell'arco di poco tempo abbandona i suoi giochi spensierati e di immaginazione tra le colline e cede la sua finta proprietà, con questa anche villa Emma, a quei poveri fanciulli.
 Forse ho perso la scommessa?! Eh, forse sì. Ho sbagliato di molto perché quello narrato è stato un periodo brutto, del resto la guerra è sempre crudele: molti ce la raccontano ancora, ma penso che viverla sia totalmente diversa.
 Io ho provato a immaginarmi in questa situazione.
 Li vediamo là, seduti a terra con valigie più grandi di loro aspettando un addetto gli apra le porte della dimora. Sapevamo che erano per la maggior parte orfani, sradicati dalla propria terra da persone generose che hanno deciso di dedicargli la loro vita, di metterla al loro servizio anche  rischiando la morte. Tra questi il russo Boris, un insegnante come Marko che un giorno, insospettitosi di un inaspettato arrivo di tedeschi, era già pronto davanti al portone con la pistola per difendere tutti quanti. Da queste e altre persone, con i bambini, si è formato un gruppo unito per la vita ma costretto a intraprendere viaggi di fuga in tutta Europa per scappare da una società che ha preso di mira quella razza solo perché considerata inferiore.
 Di nuovo tum...tum...tum...tum: buio totale. Non distante appare l'immagine di mia madre e poco dopo un'altra scena figura nella mente: lei che mi chiama al telefono per sapere dove sono, quando esco di casa, con chi; che si preoccupa ma che, nello stesso tempo, cerca di accontentarmi in ogni modo. Si aggiungono poi anche mio padre e tutte quelle persone di cui mi posso fidare. Quelle che mi hanno aiutato nella vita e che, nel bene o nel male, ti vorrebbero vedere ancora  sorridere e diventare grande. Coloro che a volte mi provocano una seccatura averle accanto perché ritenute monotone ma che ti lasciano libera di percorrere la tua strada sostenendoti però quando sbatti la testa.
 Qui il cuore fa una specie di lungo intervallo per lasciare spazio alle pesanti lacrime,  poi riprende con più foga perché mi riappaiono quei quaranta fanciulli che non hanno nessuno che gli copra le spalle. Io ancora lì, nuovamente sola, impotente e inadeguata.
 Nonostante tutti questi pensieri la voglia di continuare a costruire serenamente questo cammino è talmente forte da riuscire a spezzare la malinconia e giocare a calcio, come se un tiro al pallone cancellasse ogni ricordo del passato.
 Improvvisamente di nuovo scuro. Poi mi appare Lola, la ragazzina che Carlo impara a poco a poco a conoscere strappandogli qualche parola del suo tragico passato e diventando in seguito fratelli grazie alla volontà della madre del ragazzino che, affezionatasi molto, decide di adottarla anche se è consapevole di poter provocare un pericolo.
 Tra tutti però, il rischio maggiore l'ha vissuto Sulamit, una bambina timida che si nasconde sempre da tutti... tum... tum... tum... tum... tum... tum... Io mi ritrovo fuori dalla finestra della sua cucina e vedo due soldati tedeschi alla porta, la madre che apre e lei nascosta sotto il tavolo che, forte ma impotente, si vede sottrarre la figura del padre e del fratello da persone che, indossando una divisa, si sentivano più potenti di altre. A questo punto mi prende una tal voglia di essere quella giovanetta e di…ma poi mi rendo conto che è impossibile. Nonostante però tutti questi anni trascorsi da quella tremenda guerra, ancora oggi c'è gente che si sente potente e che aprendo bocca abbatte gli altri umiliandoli; chissà se un giorno si potrà vivere alla pari?!
 Ma la sua infelicità la perseguita perché qualche giorno più tardi tutto il resto della famiglia, con altre persone sono costrette a salire come bestie su un camion che li condurrà ad un campo si concentramento. Lì, grazie all'aiuto di un dottore, riesce a trovare la via di fuga cambiando identità, come se avesse compiuto un crimine e la stessero cercando.
 Perché mai anche i bambini dovevano subire lo stesso trattamento malefico? Dopotutto, è vero che avevano disegnata sul braccio la stella di Davide e questo comportava appartenere alla religione ebraica, ma è anche vero che non è stata una loro scelta consapevole e poi, che male hanno fatto?!
 Una tristezza unita alla rabbia mi batte nel cuore. Per questa fanciulla, fortunatamente, in Italia l'aspetta questo gruppo di bambini, ma il suo terrore continua a trattenerlo.
 Le sue difficili situazioni vissute io sinceramente non mi sarei sentita di affrontare: avrei mollato qualsiasi circostanza; mentre lei, nella sua fortunata inconsapevolezza giovanile ha saputo essere forte e combattere ogni sorta di difficoltà che l'ha portata in poco tempo a essere un'adulta.. Bisogna essere veramente audaci e credenti!
 Tum... tum... tum... tum... sento le lacrime che mi scendono tra la gola perché non voglio farmi notare da nessuno. Lasciare alla  stazione quei miei nuovi compagni che mi ero appena trovata è però molto triste ma sono consapevole che per loro è la via di fuga migliore per continuare a vivere.
 Tra i saluti una goccia di pianto mi scappa dagli occhi. Vedo che dietro al finestrino del treno succede anche a loro: segno che sta per iniziare la loro libertà.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010