Distruggetemi, è il vostro hobby preferito
Sei brutta, grassa. Non piaci a nessuno.
Ma guardati allo specchio.
Tagliala, quella vena sul braccio, vattene.
Sei solamente un errore.
Non meriti di vivere.
Quelle parole non smettevano di ripetersi nella testa della povera ragazza.
Jamie Burks aveva quattordici anni.
Capelli biondi, occhi marroni, labbra rosse, rotte e serrate, orecchie tappate, mani fredde come il ghiaccio e bianche come la neve.
Ogni giorno percorreva quella strada maledetta.
Ogni giorno scoppiava a piangere, tornando a casa da scuola. Su quel marciapiede grigiastro, su quella strada, calpestando tutto.
Ogni giorno, da due anni e mezzo, doveva sopportare le urla delle sue compagne di classe delle medie che la prendevano in giro, la insultavano, le urlavano cose terribili che però, Jamie lo sapeva, erano la verità.
«Ehi, Burks!»
Eccole, nuovamente alla carica.
Più Jamie aumentava il passo, più loro le si avvicinavano.
Più Jamie cercava di trattenere le lacrime, più queste scendevano veloci, rigandole le guance.
Più Jamie si tappava le orecchie, alzando il volume della musica, più sentiva le loro urla.
«Dove pensi di andare, piccola balena?»
Balena.
Quella parola che la portava a farsi del male. Quel potente sostantivo che la faceva smettere di mangiare per settimane intere.
«Sappiamo dove scappi, eh.»
Jamie si chiedeva sempre cosa avesse fatto loro di male, cosa avesse fatto per meritarsi ciò.
Jamie aveva cominciato a correre, raggiungendo il cancello del suo cortile. Aveva estratto le chiavi dalla tasca con mani tremanti e, con molta fatica, era riuscita ad aprire il cancello.
Aveva corso fino al portone del suo palazzo, fino all’ascensore, fino alla porta di casa.
Era salva. Ancora una volta.
«Jamie?»
La sua voce.
Marco.
Aveva quindici anni.
Capelli castani tendenti al biondo, occhi marroni, soffici labbra e un cuore d’oro.
Era il ragazzo di Jamie.
Lei non riusciva a capire come un ragazzo così perfetto potesse essere innamorato di lei. Innamorato di quell’imperfezione, di quell’errore, di quel cadavere vivente. Ma più di tanto non le importava, si amavano e ciò bastava.
«Ancora loro, principessa?»
Jamie annuì, incapace di parlare.
Marco le si avvicinò.
Con delicatezza le tolse lo zaino pesante dalle spalle, posandolo a terra, e l’abbracciò.
O meglio, la strinse tra le sue braccia, al sicuro da tutto.
«Shh, tranquilla piccola. Ci sono io, va tutto bene.»
Jamie si abbandonò tra le sue braccia, pianse sul suo petto, aggrappandosi al suo amore.
Jamie si fidava.
Se Marco diceva che andava tutto bene, perché c’era lui, allora Jamie si poteva fidare.
Jamie lo amava.
Amava Marco con tutta se stessa.
Lui era la sua allegria, le sue risate, la sua voglia di vivere e le sue giornate.
Era le sue promesse, i suoi sorrisi e i suoi sonni tranquilli.
Lui era le sue labbra gonfie per i baci, le sue mani calde.
Era i libri che leggeva e le stelle che contava.
Lui era il suo Tumblr, i suoi momenti tristi e quelli felici.
Era il suo miglior amico, il suo ragazzo.
Marco era i suoi “ti amo” detti.
Era tutto per lei.
«Ti amo, lo sai, vero?»
Jamie non si stancava mai di ascoltare quelle due parole. Jamie sorrise, ancora in lacrime, senza rispondere.
«Devi lasciarle perdere. Sei migliore di loro, quella è solo invidia.»
Jamie scosse la testa.
Quella non era invidia. Quello era sapere di essere migliore di lei, così tanto da potersi permettere di prenderla in giro a loro piacimento.
«Sì. Sì, Jamie. Tu sei migliore di loro.»
Jamie scosse forte la testa. Poi ripeté il gesto una seconda volta, un terza. Sapeva che non era vero.
Lei era debole, brutta e grassa.
Era fragile, asociale, scontrosa.
Lei si definiva così, ma non era niente di tutto ciò.
«Smettila, Jamie. Smettila. Sei migliore di loro. Per essere forte non hai bisogno di insultare quelli che erano i tuoi amici. Vero?»
La voce di Marco era dolce, gentile, ma le sue parole taglienti.
Jamie annuì. Impercettibilmente.
Questo era vero, lei non prendeva in giro i suoi vecchi amici. Cosa ne avrebbe ricavato?
«Ecco, esattamente.»
Lui aveva finito le parole. Non aveva più nulla da dire, ora c’era il suo corpo a parlare per lui.
Ma Jamie non aveva più le forze.
Non riusciva più a reggersi in piedi, a vedere bene. Gli oggetti si muovevano, diventavano un tutt’uno, prima di ballare davanti a lei.
Era da giorni che non mangiava. Beveva solo acqua, niente cibo.
Era da giorni che sveniva in continuazione, ma nessuno faceva mai nulla.
E in quell’istante, mentre le si appannava la vista, Jamie perse nuovamente i sensi.
Ma questa volta Marco c’era. E la prese prima che potesse sbattere la testa.
E la portò in camera sua, adagiandola sul letto morbido, bagnandole la fronte e curandole i tagli sulle gambe, che erano sanguinanti e infettati.
«Dio, amore mio, come ti hanno ridotta.» sussurrò lui.
E aveva ragione. Oramai la sua pelle, bella e morbida, era ricoperta da tagli di ogni dimensione, di ogni profondità.
«Sei così bella, piccola mia.»
Jamie riposava, cullata dalle dolci parole di quel ragazzo così importante per lei.
E nella sua mente continuavano a ripetersi le parole strazianti di quelle ragazze che si divertivano così tanto a rovinarle la vita.
Marco le sfiorava i tagli con le labbra, calde e morbide, provocandole leggeri brividi su tutto il corpo.
Jamie dormiva, ma non era un sonno tranquillo e Marco lo vedeva. Si alzò, spostò con delicatezza la ragazza dall’altra parte del letto e si stese accanto a lei, tenendola al sicuro tra le sue forti braccia.
«Ti amo, amore mio.» Le sussurrò ancora, baciandole i capelli morbidi.
Jamie si mosse, agganciando le braccia attorno alla vita di Marco. Ma continuò a dormire.
E lui continuò a osservarla. A osservare quella creatura che era al sicuro solamente tra le sue braccia. E non riusciva a capire come potessero essere crudeli le persone a tal punto da ridurre così una ragazza.
«Finirà tutto, te lo prometto.»
Marco voleva farla finita con questa storia. Rendere impossibile la vita di quelle due ragazze, proprio come loro lo stavano facendo con Jamie.
Marco avrebbe fatto di tutto pur di mettere fine a questa vita dannata che Jamie doveva sopportare.
Perché Marco l’amava.
L’amava come mai aveva amato qualcun altro, l’amava più di tutti, più di se stesso.
E quando un amore è così forte, così determinato a durare, è difficile mandarlo in frantumi.
«No! Non lasciarmi. Ti prego!»
Jamie urlò improvvisamente nel sonno, agitandosi e tremando.
«Marco! No, per favore.»
Era la sua più grande paura. Quella che Marco potesse lasciarla, così che non avrebbe avuto più nessuno a proteggerla.
«Non ti lascio.» le sussurrò stringendola ancora di più a sé.
Lacrime salate cominciarono a scendere lungo le guance di Jamie, mentre la sua voce supplicava e il suo corpo tremava.
«Ti prego, ti amo. Marco!»
Marco non ce la faceva più a vederla così vulnerabile agli incubi, era la parte peggiore di tutte.
«Sono qua, Jamie.»
Jamie aprì all’improvviso gli occhi, che erano ormai rossi e gonfi a causa delle lacrime. Nell’istante in cui mise a fuoco la figura di Marco, gli si gettò addosso, agganciando le braccia attorno il suo collo e poggiando la testa sul suo petto.
E riusciva così ad ascoltare il battito del suo cuore, che accelerava solo quando erano insieme.
«Non mi lasciare, Marco. Ti prego.»
Ripeté le parole dell’incubo, senza alzare lo sguardo dal fresco tessuto blu della sua maglia.
Marco le fece alzare lo sguardo.
«Non ti lascio. Ricordatelo. Qualsiasi cosa accada, io sarò qui, con te. Capito?»
Jamie annuì, accennando un sorriso.
«Ti amo.»
Lo sussurrarono entrambi nello stesso momento e sui loro volti comparve un sorriso.
«Voglio vederti sempre così, sorridente. Perché quando sorridi sei bellissima e lo sei anche quando non lo fai. Tu sei bella sempre.»
Jamie sorrise ancora di più e Marco la baciò. Posò le sue labbra calde su quelle fredde di Jamie. E la combinazione era magnifica.
Il ghiaccio e il fuoco che si univano , formando l’unione più bella al mondo.
Restarono così per quella che pareva un’eternità, per tutto il tempo che serviva a Jamie per sentirsi protetta e al sicuro.
Perché solo Marco riusciva a calmare le sue tempeste. Solo lui riusciva a sistemare l’insieme di emozioni dentro di lei.
Solo lui la faceva sentire la ragazza più felice al mondo, perché solamente lui era in grado di rendere tutto perfetto.
Dall’inizio alla fine, proprio come la loro storia.
Come la nostra storia.
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