Solitudine

Per anni mi sono creata una corazza, che mi divideva dal mondo, ho cercato di essere indifferente e finalmente c’ero riuscita.
L’amore rende fragili, vulnerabili e temo la sconfitta. La dura barriera che credevo invalicabile è stata superata. Non ero pronta ma tu, incurante di tutto ciò, mi hai presa, senza chiedermelo e mi sei entrato dentro.
Ho deciso finalmente di amare, di amarti. Ho posto il mio cuore nelle tue mani, volevi assaporarlo e lo facesti con bramosia ma l’eterno amore di cui declamavi la maestosità e di cui ero musa si è rivelato un’immensa menzogna.
Mi hai fatto male.
Mi fai male, inevitabilmente.
Ho cercato di salvare quello che ne restava ma i marchi impressi sulla mia pelle mi fanno ripercorrere ogni giorno, a distanza di anni, quell’oscuro malessere che celebra il tuo disprezzo totale per la vita, per la mia vita e tutto ciò che essa comporta.
Ora gli occhi incominciano a bruciare, la vista si appanna ed è impossibile tenerli aperti. Li chiudo di scatto. Lacrime amare cadono sulla stoffa scura dei jeans.
Mi spoglio in fretta con noncuranza e mi getto sotto la doccia. All’acqua calda si alterna acqua bollente, mi brucia la pelle e il vapore mi soffoca. Cerco di cancellare le immagini del passato ma senza risultato.
Esco.
Mi butto sul letto, non mi asciugo né mi vesto, le lacrime continuano a rigarmi il volto incessantemente, inconsapevolmente. Incominciano i singhiozzi e il tremito, solo ora capisco che la ferita si è aperta di nuovo. Non so come farò a richiuderla, a placare quell’immenso vuoto che giace in me o semplicemente non lo desidero più. Tutto ciò che mi dava sollievo ora è vano. Porto le ginocchia al petto e le cingo con le braccia. Nascondo il viso tra le mani, quasi a celare l’oscuro dolore che essi trasmettono invano.
Il tremito lascia posto allo sconforto. Sono debole e stanca ma so con certezza che non riuscirò a dormire neanche oggi. In questo momento desidero più di qualunque cosa di addormentarmi per potermi svegliare domani con più voglia di vivere di oggi.

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