Il presente inesistente
Vite umane
Ali di polvere
sorvolano il mondo
tra spire di vento,
silenziose testimoni
di un passato remoto
Una foglia dopo l’altra
precipita sull’umido terreno
ferito dalle amare lacrime
di un cielo ovattato
Il logorio dell’animo
e il passare degli anni
sono forse il fato
dell’essere umano
Dove le impronte
di vite finite
calpestate mille e mille volte
tornano nell’oblio
e nel silenzio del nulla
Senso di una vita
Quel canto di morte
che sfiora il silenzio
il triste richiamo
il fruscio di vento
nella nebbia traditrice
che silenziosa complotta
io mi perdo
immersa nel nulla,
in un mondo in bianco e nero
dove il grigio è dominante
la triste malinconia
scorre come un fiume
di lacrime amare.
Passato, presente, futuro…
il senso di una vita ancora sconosciuto.
Fruscio di foglie morte
Avverto l’ineluttabilità dello scorrere del tempo.
Ogni giorno, ogni secondo
scivola come foglie morte al vento,
in cerca di un destino sconosciuto,
di una vita già morente,
di una vita appena nata.
Il calore del sole che riscalda,
la pioggia malinconica che accarezza,
la brezza leggera che sfiora le giornate
non fermerà il lento miserabile
orologio di momenti dimenticati
momenti insignificanti
eppure così importanti…
Ernst Ludwig Kirchner, Berlin Street Scene (1913), Museum of Modern Art, New York
Che fine ha fatto la felicità?
Cos’è davvero la felicità? Questa domanda ossessiona l’uomo sin dalla notte dei tempi, un’incognita che può plasmare la vita di tutti gli esseri umani. Siamo semplici anime intrappolate in gusci vuoti o c’è qualcosa di più?
La felicità è un’entità effimera, priva di limiti e costrizioni, è impossibile etichettarla in una definizione. Può essere un attimo soltanto, un istante che ti mette le ali e ti fa saltare nel vuoto, o la vita intera di un anziano che si volta e rivede sé stesso. La felicità avviene quando non si hanno pensieri negativi, eppure non basta la politica della correttezza. Stare bene con se stessi e raggiungere un equilibrio sono le cose più importanti. Inseguire a lungo un sogno, che diviene un’ossessione, può infatti portare a dei risvolti negativi, inaspettati.
Si è felici quando si è liberi di esprimersi, un uomo che non fa ciò che ama è una persona frustrata. L’uomo moderno è infelice perché è assillato da desideri fasulli, indotti da una società affamata di denaro. Ci propongono di continuo pacchetti di emozioni, palliativi che paghiamo per tentare di riempire vite vuote e noiose. Seguendo il pensiero di Leopardi, la conoscenza della verità porta al dolore e alla quasi inevitabile sofferenza umana, conseguenze della natura infelice della vita. Questo ragionamento induce a credere che l’uomo davvero felice sia l’ignorante, perché non si pone problemi.
Troppo pensiero può portare alla follia. Alcune persone fanno uso di droghe e alcool perché queste sostanze portano al piacere dell’incoscienza e alleviano il peso di una vita triste. Sempre secondo Leopardi, come affermato nel Sabato del villaggio, la felicità consiste in quella forte emozione che si prova nell’attesa di un momento di gioia. Quando questo si avvera, ogni emozione si attenua e la felicità viene sopraffatta dalla malinconia.
In parte anche considerazioni come queste possono essere vere, eppure la vita umana offre molte possibilità per essere felici. Talvolta basterebbe solo saper godere di attimi tutt’altro che insignificanti, ma che le persone, sempre di corsa, sottovalutano e ignorano.
Una domanda importante da porsi riguarda il motivo per cui, in questa società fredda, impassibile e impersonale, ci si ritrova sempre a correre. Siamo sempre in attesa dell’attimo seguente, senza una vera e propria meta, aspettando che arrivi il momento giusto per vivere. Per essere felici bisogna cercare nel presente il senso della vita. Basterebbe rallentare il passo e iniziare a godere delle piccole cose, senza continuare ad attendere l’arrivo di un qualcosa che non giungerà mai.
La soluzione migliore consiste nella condivisione delle esperienze e degli affetti: la felicità esiste solo se condivisa. Le persone stanno diventando come treni che corrono su binari solitari, incapaci di guardarsi negli occhi. Il rischio della solitudine è sempre maggiore.
Si potrebbe anche affermare che la felicità non esiste ed è solo un’effimera illusione. Il dolore continuerà a tormentare l’animo umano, eppure non bisogna cedere davanti all’inevitabile ritorno ciclico della sofferenza. Una vita dominata dalla necessità costante, come ci viene riproposto di continuo dalla società, è una vita triste.
Bisogna capire cosa si desidera davvero e tentare di vivere attimo per attimo nel presente, o si rischia di diventare una maschera di sé stessi.
Per concludere, si può dire che la felicità è l’unica cosa che dà un senso alla vita umana, ma per raggiungerla bisogna trovare un equilibrio, distaccato dalla società e dalla perenne ricerca di un futuro migliore.
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