C’è sempre una ragione per lottare
Lei. Lei vive una vita normale, ha una famiglia normale, va bene a scuola… ma c’è un qualcosa, un qualcosa che le impedisce di essere completamente felice.
Forse le troppe pressioni della madre, forse la scelta di una scuola che non vuole frequentare… forse nemmeno la ragazza è a conoscenza del perché.
Sa solo che tutto questo non fa per lei, sa che tornare a casa da scuola e piangere non è più normale.
Decide così di commettere un’azione, un’azione sbagliata; con l’intento però di procurarsi dei segni. Procurarsi dei segni come un richiamo d’aiuto, come per dire “Ho bisogno di qualcuno, aiutatemi”.
Con decisione entra in bagno, mette del ghiaccio sul braccio per far sì che tutto questo sia meno doloroso. Prende una lametta e, senza esitare neanche un secondo, la passa più volte sul braccio. Il dolore è pungente. Alla vista del sangue, che esce da quelle sottili fessure, la ragazza non si ferma. Continua imperterrita a procurarsi inutile dolore.
Aspetta che il sangue si asciughi e osserva quelle ferite, non sono semplici ferite… sono ferite di guerra, una guerra che in questo momento le sembra impossibile.
Osservando quei segni rossi ordinati sul polso, la ragazza si sente meglio. Si sente con un peso in meno, forse è il dolore che annulla ogni suo singolo pensiero.
Tutto questo in fin dei conti la ragazza l’ha fatto per colpa del futuro. L’ha fatto perché ciò che lei percepisce in questo momento è che il futuro non le riservi nulla di buono.
Passano giorni, settimane, i tagli aumentano. Un giorno però la madre scopre il tutto. Con fermezza le afferra il polso, tira su la manica del maglione blu e osserva quel campo di battaglia. Il cuore della ragazza comincia a palpitare sempre più forte, non si era mai sentita così vulnerabile come in questi istanti.
Sbagliando la madre le tira una sberla. Nulla potrà mai bruciare quanto quei tagli, che formano profonde cicatrici nel cuore della quattordicenne. Scoppia a piangere e sedendosi ai piedi del muro del bagno comincia a pensare. Le lacrime le inumidiscono velocemente le guance e le bagnano le labbra, cadono a terra e compongono uno scandito ticchettio sul pavimento.
Finalmente la ragazza ha capito che tutto questo è stato inutile. Ha capito che il futuro è una pagina bianca che solo con l’inchiostro delle nostre idee e decisioni possiamo scrivere. Ciò che ha fatto è stato stupido e privo di senso ma almeno ha compreso che nonostante tutto vada male c’è sempre una ragione per sorridere.
Quella ragazza sono IO e d’ora in poi non smetterò mai di sorridere.
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